di Sofia Monti
Nelle ultime ore l’Italia è sotto l’occhio attento dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) che sta monitorando la situazione legata al nuovo allarme tornado. Non è la prima volta che l’Italia ha a che fare con questa tipologia di fenomeni. Inoltre, probabilmente sono purtroppo destinati ad aumentare a causa del cambiamento climatico.
Allarme tornado: le regioni più a rischio
Come spiegato dal comunicato stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), le regioni che si affacciano sul Tirreno (in particolare il Lazio), quelle sud-orientali (Puglia e Calabria) e la Pianura Padana sono le aree maggiormente colpite da questa tipologia di calamità naturali.
Atmospheric Research ha pubblicato la ricerca condotta dal CNR-ISAC. Lo studio riporta i risultati degli studi effettuati in 32 anni, durante i quali i ricercatori hanno raccolto un’infinità di dati. In questo lungo periodo (1990-2021) sono stati infatti registrati 445 tornado su tutta Italia.
Quali sono le cause scatenanti di questo spaventoso fenomeno atmosferico? Sicuramente il cambiamento climatico contribuisce a una maggiore incidenza dei casi. Infatti, la temperatura superficiale del mare gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo del fenomeno in questione. Inoltre, nell’ultimo periodo l’Italia è caratterizzata da area di bassa pressione e da venti al suolo sud-occidentali che trasportano aria sempre più calda verso le regioni precedentemente indicate. Sono queste le caratteristiche che aiutano gli studiosi a prevedere, in alcuni casi, i tornado.
Dovremo stare attenti quindi in futuro a questi fenomeni? Purtroppo sì. Certamente non saranno frequenti e distruttivi come negli Stati Uniti, almeno per ora, ma bisognerà mantenere alta la guardia. L’ideale, come auspicato dallo stesso CNR, sarebbe intensificare gli studi proprio per prevenire i tornado. La formazione di questi vortici mortali segue infatti precisi parametri atmosferici e un’attento monitoraggio potrebbe aiutare a prevederli con precisione.
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