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All or Nothing: Juventus, il documentario sulla disfatta bianconera

All or Nothing: Juventus ha avuto l’innegabile fortuna di seguire dall’interno l’annata recente più difficile della squadra più titolata d’Italia. Non solo l’arrivo di Andrea Pirlo sulla panchina e l’ingombrante figura di CR7, la serie ripercorre tutta la stagione con occhio clinico. Nulla sfugge alle telecamere di Amazon Prime Video, e grazie a loro possiamo osservare il dietro le quinte della disfatta bianconera.

All or Nothing: Pirlolandia e la nuova Juventus

Arrivato in seguito all’esonero di Maurizio Sarri, l’ex centrocampista della Juventus Andrea Pirlo doveva rappresentare l’inizio di un nuovo ciclo. Una squadra giovane, divertente, bella da vedere, capace di attirare milioni di tifosi in tutto il mondo. Con l’obbiettivo di consolidare il proprio ruolo all’interno del campionato italiano e imporsi, dopo anni di sconfitte e delusioni, anche in Champions League.

Accolto con fervore dai giornalisti, che in lui vedevano un nuovo Pep Guardiola, Pirlo si è subito trovato difronte ad una squadra ben diversa rispetto a quella in cui giocava. Non solo l’assenza di un centrocampo solido, ma la presenza ingombrante di Cristiano Ronaldo, alla continua ricerca di record personali. A questi problemi si andavano poi ad aggiungere l’inesperienza dell’allenatore stesso e un campionato più competitivo, stravolto dalla pandemia di Covid-19.

Fin dal primo episodio ci viene mostrato come la società paia tentare di risolvere i problemi pescando diversi giocatori dal mercato. Federico ChiesaDejan KulusevskiWeston McKennie Arthur, giovani ma già in grado di dimostrare la loro qualità sul campo. Pirlo ancora non è soddisfatto, e richiede a gran voce una vera prima punta per aiutare Ronaldo. La trattativa andrà poi in porto con il ritorno, in prestito, di Alvaro Morata, già compagno dell’allenatore nel 2015-2016 proprio con la maglia dei bianconeri.

The Last Dance

Altra figura importante all’interno della serie è rappresentata da quelli che il narratore stesso definisce “Senatori”. Giocatori veterani, con un forte legame verso la Juventus, pronti ad accogliere ed indirizzare i giovani. Tra questi troviamo capitan Giorgio ChielliniLeonardo Bonucci e l’eterno Gianluigi Buffon, alla ricerca della tanto agognata Champions League

Per Buffon questa potrebbe essere l’ultima possibilità in carriera di alzare la coppa dalle grandi orecchie, vista l’età non più favorevole. Chiellini invece si trova davanti ad un bivio: continuare a giocare, fermato però da numerosi infortuni, oppure appendere definitivamente gli scarpini al chiodo.

Ciononostante i senatori si rendono più volte protagonisti di diversi momenti dentro e fuori dal campo. Dall’incredibile prestazione di Buffon nella partita di ritorno contro il Barcellona, alle divertenti tirate di orecchie verso i giocatori più giovani. Tutto con l’obbiettivo di aiutare e far respirare l’ex compagno, amico ed ora allenatore Andrea Pirlo, sempre più in difficoltà con il procedere della stagione.

L’affaire CR7

Ad aggiungersi a tutto questo, poi, l’addio all’epoca inaspettato proprio del marziano CR7. Nessuno poteva saperlo, ma la terza stagione del portoghese con la maglia della Juventus sarebbe stata anche l’ultima. Infastidito dalle continue sconfitte anche in ambito internazionale, alla fine dell’estate successiva il 5 volte pallone d’oro deciderà di tornare a Manchester, dove la sua carriera ebbe inizio.

Nonostante dagli ex compagni venga spesso descritto come una macchina capace solo di allenarsi e segnare, durante la stagione lo vediamo per l’uomo che è. Si ferma a ballare con Cuadrado e i giovani dopo la vittoria della Supercoppa Italiana, ride davanti al regalo di compleanno del terzo portiere Carlo Pinsoglio e recita, come sempre in maniera impeccabile, per lo spot natalizio.

Parallelamente a questo lo vediamo però arrabbiarsi facilmente in caso di sconfitta, come per la partita esterna in casa del Porto (Champions) persa per 2-1. Insomma, a Cristiano Ronaldo non piace perdere, ma al tempo stesso dimostra più volte di essere un vero professionista.

All or Nothing: cosa salvare di questa Juventus

In un crescendo di emozioni arriviamo quindi agli episodi finali, quando finalmente la dirigenza comprende che la vittoria del decimo scudetto consecutivo sia ormai naufragata. La squadra lotta per qualificarsi in Champions League, competizione dalla quale è ormai uscita addirittura agli ottavi di finale. Ronaldo, per il quale parole sono già state spese, ritorna in quel guscio che mostra sui social, con una forte cultura della persona e del fisico. Alla fine, all’ultima giornata, la Juventus riesce a strappare i punti necessari per il pass internazionale, ma non basterà per salvare Mister Pirlo.

Di questa serie ricorderemo le battute di McKennie, animo giocoso e allegro, sempre pronto a ridere anche nei momenti più bui. L’apparente freddezza dell’allenatore, il cui tono pacato nasconde una profonda empatia, soffocata però dalla tristezza che lo pervade quando gli viene presentato il conto degli errori fatti. Un gruppo di giocatori esperti, ancora volenterosi, consapevoli del proprio lento declino ma sempre gioviali, anche nei momenti più bui. Tra questi, in particolare, Bonucci, più volte al centro dell’attenzione.

Bellissime le inquadrature e le riprese di Torino, The Grand Tour docet, ma anche le interviste e gli spaccati sulla vita fuori dal campo dei calciatori. Un po’ meno belle invece le scelte fatte dalla produzione di non includere in questi molti giocatori importanti come Paulo Dybala Danilo. Infine azzeccato il montaggio, sempre coinvolgente, con un buon ritmo, che si perde però in alcuni momenti.

Pro

  • Difficile trovare stagione migliore per realizzare una docu-serie simile;
  • Montaggio più che buono con immagini fantastiche;
  • Un ottovolante di emozioni dall’inizio alla fine.

Contro

  • Tutta le serie è ovviamente passata attraverso il filtro Società, che la fa apparire priva di colpe.

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di Nicolò Bacchi

Redazione NCI

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