di Francesco Ferri
Un condannato a morte di 58 anni, sopravvissuto all’esecuzione avvenuta nel 2022, sarà il primo condannato a morte con azoto. Si tratta del primo caso in cui sarà utilizzata questa tipologia di esecuzione sperimentale, come riportato da Sky TG24. Non appena è stato annunciato sono arrivate le proteste da parte delle associazioni per i diritti umani.
Sopravvissuto all’esecuzione
L’uomo, condannato a morte nel 1988 per aver assassinato su commissione con svariate coltellate una donna, moglie di un pastore della Westside Church of Christ a Sheffeld, è sopravvissuto alla prima esecuzione nel 2022. La sentenza inizialmente lo vedeva condannato all’ergastolo, ma era stata poi convertita da un giudice in pena di morte. L’anno scorso non riuscirono a individuare le vene dove iniettare il veleno atto a sopprimerlo, mentre era rimasto per quattro ore legato ad una barella.
L’esecuzione sperimentale con azoto
Per questo motivo, ora è stato condannato ad una nuova esecuzione mediante azoto puro. Durante questo procedimento, attualmente sperimentale, il condannato verrebbe ucciso per asfissia, utilizzando una maschera da cui costretto ad inalare il gas venefico e l’anidride carbonica espirata. In questo modo, nel giro di quattro o cinque minuti i tessuti corporei percepirebbero la grave mancanza di ossigeno portandolo al decesso. Questo secondo uno studio della East Central University.
La ribellione delle associazioni per i diritti umani
A questa metodologia, ritenuta barbara, si sono ribellate diverse associazioni per i diritti umani, fra cui la ONG Equal Justice Initiave. In qualsiasi caso, se questo tipo di esecuzione dovesse infine essere utilizzato, l’uomo sarebbe il primo condannato a morte a sperimentarla sulla propria pelle.
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