Orso (@Shutterstock)
L’orsa Amarena, una delle più prolifiche femmine del Parco Nazionale d’Abruzzo, è stata uccisa. Come riportato da TGCOM 24 l’orsa è stata colpita giovedì notte a fucilate da parte di un uomo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, in provincia di L’Aquila. “Fatto gravissimo, colpita una delle femmine più prolifiche della nostra storia“. Questo il commento ufficiale del Parco Nazionale d’Abruzzo.
L’orsa è stata uccsa giovedì notte, presso San Benedetto dei Marsi. A comunicarlo è stato proprio il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Sul posto è intervenuto un veterinaio che non ha potuto far altro che accertare il decesso dell’animale. L’uomo che ha sparato è stato identificato dai guardiaparco. Si tratta di un 56enne ora iscritto nel registro degli indagati dalla procura per crudeltà contro gli animali. “Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà. È stato un atto impulsivo, istintivo“. Così avrebbe spiegato ai militari.
Non c’è voluto molto perché la notizia circolasse e arrivassero immediatamente le condanne pubbliche del gesto. In primis il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha condannato l’evento come un fatto “grave, su cui è doveroso fare quanto prima chiarezza“. Così come il Parco Nazionale d’Abruzzo che ha sostenuto tramite il post di annuncio dell’uccisione dell’orsa: “L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo“.
L’orsa aveva con sè anche i suoi due cuccioli, ora orfani. I piccoli, spaesati e impauriti sono fuggiti dopo aver perso la mamma e immediatamente sono iniziate le loro ricerche da parte delle autorità. Più di 100 uomini fra carabinieri e forestali, anche con l’ausilio di droni e altre strumentazioni, si stanno attivando concretamente nel Comune di San Benedetto dei Marsi per la loro ricerca.
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