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Aborto, il governatore dell’Oklahoma firma la legge per vietarlo

In Oklahoma l’aborto diventa illegale. E sì, siamo nel 2022, anche se non sembrerebbe, non nel 1722. Il governatore Repubblicano Kevin Stitt ha firmato la legge che trasforma l’aborto in un reato punibile fino a 10 anni di carcere e 100 mila dollari di multa.

Aborto, una tematica ancora divisiva

La legge entrerà in vigore 90 giorni dopo l’aggiornamento della legislatura statale il mese prossimo. L’unica eccezione prevista è nel caso in cui la pratica venga eseguita per salvare la vita della madre, in tal caso la donna non sarebbe penalmente perseguibile. I sostenitori dei diritti all’interruzione di gravidanza affermano che la misura è chiaramente incostituzionale. Mentre si alzano proteste da tutto il paese e da Washington sono molto critici verso il provvedimento.

Come riportato da Adnkronos, la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha condannato la legge definendola “una delle più estremiste varate finora”. Inoltre sottolinea come questa notizia vada ad inserirsi in un “preoccupante trend nazionale” nell’attaccare i diritti delle donne.

Manifestante (@Shutterstock)

 

Simili politiche anti-aborto approvate dal legislatore dell’Oklahoma e in altri stati conservatori, negli ultimi anni sono state bloccate dai tribunali in quanto incostituzionali. Nei mesi scorsi la Corte Suprema del Texas ha però respinto un nuovo tentativo di bloccare la legge che vieta l’aborto dopo le prime sei settimane, oggetto di numerose critiche dei progressisti.

È chiaro che i politici usano trucchi e giochetti per approvare queste norme dannose” ha dichiarato da Ghazaleh Moayedi, ostetrica e ginecologa in Texas e Oklahoma, come riportato anche da Il Messaggero. La legge firmata da Stitt entrerà in vigore il prossimo 26 agosto. Sarà, come detto, la più restrittiva degli USA e, l’assemblea legislativa dello Stato dell’Oklahoma l’ha approvata con 70 voti favorevoli e 14 contrari .

Insomma risulta chiaro come quella dell’aborto sia una tematica ancora fortemente divisiva. Nei paesi dove è possibile eseguire la pratica (come l’Italia) sussistono problemi circa il personale medico disposto a svolgere l’operazione. In altre parti del mondo non è possibile usufruire di questo servizio legalmente, chi può permetterselo è quindi costretto ad affrontare un viaggio o a ricorrere a metodi illegali e poco sicuri. Curioso come invece di fare passi avanti, la civiltà con queste restrizioni continui invece a fare passi indietro…

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Enrico Tiberio Romano

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