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“A Small Light”: la recensione finale della serie su Disney+

di Lorenzo Procopio

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Con gli ultimi due episodi rilasciati su Disney+ giunge al termine “A Small Light“, miniserie prodotta da National Geographic. Scritta da Joan Rater e Tony Phelan, l’opera narra le vicende di Miep Gies, la giovane donna che durante la Seconda guerra mondiale aiutò la famiglia Frank a nascondersi dalle persecuzioni naziste. Nel cast Bel Powley, Joe Cole, Liev Schreiber, Amira Casar e Billie Boullet.

“A Small Light”: un finale inevitabile?

Il sesto episodio di “A Small Light” (qui la recensione dei precedenti episodi) si era chiuso nel più teso dei modi. Dopo due anni di sacrifici e lotte, dopo due anni di vita di reclusione e anonimato, la buona sorte della famiglia Frank ha incontrato la propria fine. Poco resta da tentare a Miep (Bel Powley) di fronte al rintocco della Storia, quella Storia già scritta che con ogni sforzo si era cercato di evitare. I minuti che dipingono la cattura di quei personaggi, quelle famiglie, quegli affetti, portano sullo schermo una lezione di racconto per immagini: ritmo crescente, costruzione della tensione, dolorosa partecipazione per quanto si svolge nella diegesi, per quanto si è realmente svolto nella nostra Storia.

Gli autori Joan Rater e Tony Phelan riservano per il finale della serie la carica emotiva più forte e struggente, condensando in pochi ed efficaci passaggi lo sconforto di chi ha dovuto decretare la propria resa. E così davanti agli occhi di Jan (Joe Cole), che osserva impotente la deportazione, scorre la condanna di Otto (Liev Schreiber), Edith (Amira Casar), Margot (Ashley Brooke) e Anna (Billie Boullet). Ma è davvero una sconfitta, quella di Miep e Jan? Ed è realmente un finale inevitabile, quello della serie? Domande che “A Small Light” propone con forza, cariche di significati più che mai attuali nel contesto politico contemporaneo.

 

“A Small Light”: cambiare la Storia

Qualsiasi spettatore, dopo aver visto gli ultimi episodi di “A Small Light“, non potrà fare a meno che staccarsi dallo schermo con un unico, lacerante desiderio: il desiderio di cambiare la Storia. Desiderio tanto sentito, quanto impossibile, proibito. Perché la Storia non si può cambiare. Non si può cambiare il destino di Edith, Margot e Anna Frank, deportate nei campi di concentramento dopo due anni di sopravvivenza in un sottotetto di Amsterdam. Non si può attenuare il dolore immane di Otto, unico membro della famiglia tornato dal regno dei morti in una casa ormai vuota e ferita.

Ed è proprio questa la forza di “A Small Light“: il farci protendere, con ogni grammo di compassione, verso dei personaggi che trasfigurano in persone, volti storici e allo stesso tempo presenze comuni di una vita ordinaria. Nomi che sono sì personaggi, attanti di un racconto strutturato a puntate e soggiacente alle regole dello storytelling; ma allo stesso tempo sguardi che ci interrogano dal passato, da quello che è forse il capitolo più atroce della recente storia umana. E ugualmente assumono le sembianze di uomini, donne, ragazzi e ragazze che assomigliano straordinariamente – e in modo così struggente – ad esistenze moderne, attuali, alle vite che ogni giorno incontriamo per la nostra strada.

 

 

Conclusioni

Con “A Small LightNational Geographic firma una miniserie capolavoro, eccellente sotto ogni aspetto: dalla scrittura asciutta e mai retorica, alla prova incredibilmente credibile e profonda della sua protagonista (e di tutti gli interpreti principali), fino alla perfetta gestione del ritmo e alla costruzione di tensione, ansia e frustrazione in un racconto apparentemente già sentito. Quella di Miep Gies riesce a configurarsi come una storia decisamente fresca, originale, che sfrutta una pagina di Storia già nota – o forse dovremmo dire un intero diario, quello di Anna Frank – scegliendo un punto di vista inedito per trarne un racconto attuale e coinvolgente. Con la sua potenza e la sua capacità di racconto, “A Small Light” si propone come un prodotto audiovisivo imperdibile e allo stesso tempo un’avvincente ed efficace lezione di Storia da far vedere nelle scuole.

Pro

  • Scrittura sublime che rilegge una triste e nota pagina di Storia da una prospettiva diversa;
  • Interpretazione profonda e da applausi di Bel Powley, che presta al volto ad un personaggio eroico e moderno;
  • Miniserie imperdibile per tutti gli utenti di Disney+;
  • Da far vedere nelle scuole.

Contro

  • Non esisterà la perfezione, ma è difficile trovarle dei difetti.

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