Cinema & Serie TV

“A Small Light”: la recensione del quinto e sesto episodio

Prosegue con altri due episodi la corsa contro il tempo di “A Small Light” e di Miep Gies, la giovane donna che durante la Seconda guerra mondiale aiutò la famiglia Frank a nascondersi dalle persecuzioni naziste. La tensione è sempre più alta, lo scorrere del tempo (storico) accorcia il numero di rintocchi prima delle tragiche conclusioni. Prodotta da National Geographic e ideata da Tony Phelan e Joan Rater, la miniserie è disponibile su Disney+. Nel cast Bell Powley, Joe Cole, Liev Schreiber, Amira Casar e Billie Boullet.

La lotta contro la Storia di “A Small Light”

È un affanno senza speranza quello di “A Small Light“, i cui volti si muovono sempre più stretti in una morsa che sembra inarrestabile. Una sensazione simile a quella provata dallo spettatore, consapevole di quale sarà la triste sorte dei personaggi che osserva sullo schermo. Ne deriva un contrasto doloroso: quello tra l’affetto e la compassione che la serie riesce a creare sempre più nei confronti di quelle forze eroiche, di quelle vittime sofferenti; e la macabra consapevolezza che non ci sarà scampo per i loro sforzi.

Perché con il procedere degli episodi non è soltanto il finale narrativo ad avvicinarsi, il numero degli episodi ad aumentare. Sono invece le lancette della Storia a ticchettare, lente forse, ma inesorabili. Ogni rintocco un terribile presagio, ugualmente un ricordo, similmente un “memento”: un tic che sa di “alt!”, un tac che dice “addio”. Come si può sperare nella buona sorte di un personaggio, ma ancor prima di un uomo, che sappiamo già essere destinato alla morte?

 

“I need to be in danger with you”

Negli episodi precedenti avevamo lasciato Miep (Bel Powley) impegnata a gestire la famiglia Frank, presa dall’inquietudine di Otto (Liev Schreiber) e dagli umori fantasiosi e adolescenziali di Anna (Billie Boullet). Se la giovane donna rischia la sua vita spendendo ogni temeraria energia, non vuole certo essere da meno il marito Jan (Joe Cole), che porta avanti la sua collaborazione con un gruppo della resistenza. Ma stavolta la posta in palio è ancora più alta, ossia il contrabbando di armi e la pianificazioni di attentati sovversivi.

Per la prima volta vediamo Miep e Jan distanti l’una dall’altro, emblema della disgregazione che la guerra ha instillato nel corpo sociale. Poco importa che il tenere all’oscuro chi ci è accanto sia fatto per il suo bene: l’oscurità non può certo portare alla luce. “If you are in danger, I need to be in danger with you“, afferma Miep quando scopre che il marito fa parte della resistenza. Perché il pericolo più grande di quella (e di ogni) guerra non è forse il nemico, non è forse la morte, ma la perdita dell’unione e della vicinanza degli affetti.

 

“A Small Light”: il punto di ebollizione

Sono ormai due anni che la famiglia Frank vive nascosta in un sottotetto, lontana dal mondo e apparentemente invisibile al pericolo. La narrazione degli episodi costruisce una evocativa alternanza tra un passato sempre più sbiadito e il crudo presente, tra le immagini di un idilliaco 1941 – precedente all’invasione nazista – e la più desolante delle restrizioni: il lento annichilimento della libertà. La libertà di Anne di poter sognare la sua vita fuori da quelle mura, di poter vivere il suo primo amore; quella di Otto e Edith (Amira Casar) di tornare alla normalità della propria famiglia. Ma anche la libertà di Miep e Jan, che nello sforzo di salvare più persone possibili rischiano di perdere sé stessi.

Fuori da quel sottotetto che sa così amaramente di casa, l’andamento della guerra ha raggiunto il punto di ebollizione. I rastrellamenti e le deportazioni si intensificano: nessuno è più al sicuro, bambini e collaboratori compresi. È il 1944, gli alleati sono sbarcati in Normandia in quel miracoloso giorno del D-Day. Un miracolo che non manca di emanare la sua luce di speranza fin dentro le mura di un piccolo appartamento segreto, nel cuore di Amsterdam. Fin dentro i cuori di Otto, di Edith, di Anne. Ma l’orologio della storia ha ancora smesso di marciare.

 

Conclusioni

Il quinto e sesto episodio di “A Small Light” ci avvicinano inesorabilmente al tragico finale di questa storia. Quella dell’eroica Miep, una semplice giovane donna che ha dato tutta sé stessa per non lasciare nulla intentato, ma soprattutto quella della famiglia Frank, persone comuni e così vicina a noi da poter essere i nostri vicini. La speranza di una luce sembra ancora viva, ma ormai fioca; l’ansia si stringe attorno ai personaggi e attanaglia lo spettatore. Se fin qui avevamo elogiato le straordinarie prove attoriali del cast, insieme all’efficacia della scrittura, stavolta un plauso va alle scelte e le costruzioni registiche, così acute nel costruire un profondo contrasto tra i momenti più densamente emotivi e quelli carichi di tensione. Non resta che attendere la prossima settimana per il finale della serie.

Pro

  • Contrasto sempre più angoscioso tra le speranze spettatoriali per la sorte dei personaggi e il suo essere “già scritta”;
  • Struttura che costruisce in modo preciso e inesorabile i momenti di tensione;
  • Ancora una volta la resa di tutti gli interpreti è impeccabile.

Contro

  • La Storia, purtroppo, non si può cambiare.

 

In attesa degli ultimi due episodi di “A Small Light” su Disney+, continuate a seguire Nasce, Cresce, Streamma per tutti gli approfondimenti e le news dal mondo del Cinema e delle Serie TV!

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Lorenzo Procopio

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