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A Plague Tale: Innocence, un viaggio in un mondo piegato dalla peste

A Plague Tale: Innocence è una perla. Una piccola perla in un mare vasto e pieno di tesori. Nonostante questo, però, la storia raccontata dai ragazzi di Asobo Studios e pubblicata il 14 maggio 2019 su Xbox One, PlayStation 4 e PC riesce a brillare abbastanza da farsi scoprire dal grande pubblico e a rivelarsi una grandissima sorpresa, talmente apprezzata da ricevere anche un sequel, in arrivo il 18 ottobre 2022 su console next gen.

A Plague Tale: Innocence, un mondo piegato dal morbo

Potremmo descrivere A Plague Tale: Innocence come un’avventura in terza persona tradizionale, sulla falsa riga delle più recenti esclusive di casa Sony. Il progetto pubblicato da Focus Home Interactive però è molto di più. Ha una propria anima, una propria storia e delle proprie idee, valide abbastanza da rendere l’avventura degna di essere giocata da tutti quelli che ne hanno la possibilità. Eccetto ovviamente se avete una qualche fobia per i ratti, in questo caso potreste trovarvi in seria difficoltà.

I protagonisti della storia sono Amicia e Hugo De Rune, due fanciulli della nobiltà francese vittime della Guerra dei Cent’anni. Una guerra che ci appare subito violenta, pericolosa e reale. Ci troveremo a esplorare villaggi in rovina, campagne in fiamme e dei veri e propri campi di battaglia, ormai però nient’altro che distese di morte e putrefazione. Ma la guerra non sarà l’unica minaccia, anzi. Fin dalle prime fasi di gioco notiamo subito una presenza oscura che popola i boschi vicino alla magione De Rune: i ratti. Migliaia e miglia di ratti che infestano il mondo di A Plague Tale, minacciando e distruggendo qualsiasi cosa intorno a loro.

Questi rappresentano sicuramente la minaccia principale dell’avventura. Saremo sempre portati a temerli, soprattutto perché non potremo mai davvero fronteggiarli. Potremo solo trovare di volta in volta dei piccoli escamotage per proseguire sulla nostra strada. Ad esempio, il nostro alleato numero uno sarà il fuoco. Come ci insegnano infatti Steven Spielberg e George Lucas in “Indiana Jones e l’Ultima Crociata”, i ratti sono terrorizzati dal fuoco. Dovremo quindi sfruttare questo punto debole per poterli evitare nei vari livelli di gioco. Le cose ovviamente sono più facili a dirsi che a farsi, soprattutto perché i ratti a schermo saranno sempre di più man mano che progrediremo. Un livello di difficoltà sempre crescente quindi (mai comunque proibitivo, anzi, l’avventura si lascia giocare con fluidità), che rispecchia anche un sentimento di ansia e angoscia sempre maggiore.

Trovare una cura per la malattia attraverso le atmosfere mozzafiato del gioco

Le atmosfere e le ambientazioni di gioco infatti sono semplicemente incredibili, e la direzione artistica vi lascerà senza parole. Amicia e Hugo, nel corso del loro viaggio, esploreranno, come accennato anche poco fa, campagne in fiamme, campi di battaglia e villaggi in rovina. Ma si troveranno a visitare anche misteriosi castelli abbandonati, folti boschi ricchi di vegetazione, sotterranei sporchi e pericolosi e villaggi pieni di vita e di colori. Tantissime ambientazioni molto diverse tra loro ma che coesistono alla perfezione, andando a creare un immaginario coinvolgente e realistico. Una Francia dilaniata in due dalla peste e dalla guerra, dove i poveri sono sempre più poveri e cadono spezzati dalla fame e dalla carestia; mentre i ricchi continuano la loro vita di tutti i giorni, ignorando una realtà che giorno dopo giorno, morte dopo morte, cade sempre più nell’oscurità.

A completare le fantastiche ambientazioni ci pensano i personaggi, che riusciranno a rimanervi impressi grazie alla loro personalità. Primi su tutti, ovviamente, i due protagonisti. Amicia e Hugo hanno un buon rapporto già prima che il loro viaggio abbia inizio, e possiamo capirlo dai primi capitoli, che fungono da introduzione e da tutorial. Ma con l’inizio del viaggio, che avrà lo scopo sia di sopravvivere ma anche quello di trovare una cura per la misteriosa malattia di Hugo, il loro legame diventerà sempre più forte. Man mano che progredirete nella campagna vi affezionerete anche voi al piccolo Hugo, e cercherete di proteggerlo come se fosse il vostro fratellino. E questo sarà cruciale per un’immersione davvero impressionante.

Un’avventura lineare ma avvincente e divertente

La progressione sarà sempre coinvolgente e mai noiosa. I 17 capitoli che compongono la storia di A Plague Tale: Innocence scorrono via che è una meraviglia, alternando dei puzzle ambientali a delle fasi stealth, in cui dovremo superare dei nemici o un mare di ratti pronti ad assalirci. Per farlo però, avremo via via sempre più possibilità per superare queste sezioni, sfruttando soprattutto il crafting e l’alchimia. Potremo ad esempio creare dei proiettili speciali in grado di accendere o spegnere il fuoco, in modo da dirottare le masse di ratti sui nemici o liberarci la strada per proseguire. Il tutto poi culminerà in una fase finale sempre più avvincente, che non vi farà staccare dallo schermo fino al raggiungimento dei titoli di coda.

Insomma, A Plague Tale: Innocence è una piccola perla del mercato videoludico, un assoluto must have per tutti i fan delle avventure narrative e non, soprattutto se volete provare un titolo meno noto dei soliti AAA. E, come se non bastasse, un motivo in più per giocarlo è l’imminente arrivo di A Plague Tale: Requiem, che sembra portare tutto su un piano superiore. Quale miglior modo di prepararsi alla sua uscita quindi se non vivere in prima persona il viaggio di Amicia e Hugo? Per rimanere sempre aggiornati sul mondo del gaming, continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Respawna.

Riccardo Rizzo

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