di Alessandro Colepio
Il calcio tedesco sta dimostrando di avere più di qualche problema, specialmente quando si tratta di giocare contro squadre dell’estremo Oriente. Dopo la sconfitta con la Corea del Sud ai Mondiali 2018 e quella col Giappone alla prima gara di Qatar 2022 (costate entrambe l’eliminazione), ecco che anche il Vietnam riesce ad imporsi sui tedeschi. In questo caso a scendere in campo non è stata però la Nazionale, bensì il Borussia Dortmund.
Sì, perché nel calcio è raro ma non impossibile vedere un club sfidare una rappresentativa nazionale. Per l’Italia l’ultima volta risale al giugno 2014, prima dell’esordio ai Mondiali brasiliani, quando gli uomini di Prandelli sfidarono in amichevole il Fluminense. Quel giorno il match finì 5 a 3 per gli azzurri.
La cronaca di Borussia Dortmund-Vietnam
Il 30 novembre scorso allo stadio My Dinh di Hanoi è andato in scena il match ibrido fra la rappresentativa vietnamita e la prima squadra del Borussia Dortmund. I gialloneri schieravano ovviamente diverse riserve ma anche giocatori come Malen, Hummels e Schulz.
La gara si sblocca subito proprio con Donyell Malen, lasciato a casa dal CT olandese Van Gaal ed evidentemente voglioso di riconquistare la maglia Oranje. Al 13′ il centravanti raccoglie un suggerimento dalla destra, controlla e batte il portiere sul primo palo. I padroni di casa pareggiano al 36′ col tap-in vincente di Tien Linh dopo una parata del portiere tedesco.
La gara si mantiene in equilibrio fino al 90′, quando il direttore di gara assegna un calcio di rigore al Vietnam, trasformato da Tuan Hai per il definitivo 2-1.
Seppur sia solo un’amichevole, continua il periodaccio delle rose tedesche quando si trovano davanti squadre orientali: sia che si tratti di club che di Nazionali, il risultato sembra sempre e comunque la sconfitta della Germania. La sconfitta del Dortmund è arrivata un giorno prima della vittoria del Giappone ai danni della Spagna, che in virtù del 2-1 inflitto alla Nazionale tedesca ha fatto qualificare agli ottavi i Blue Samurai. Coincidenza o “premonizione”?
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