di Lorenzo Procopio
In occasione del suo sessantaseiesimo compleanno andiamo a ripercorrere la fulminante carriera di Christoph Waltz, uno dei caratteristi più apprezzati nel cinema degli ultimi anni.
Christoph Waltz: quando un ruolo ti cambia la vita
Pochi sanno quanto sia a volte travagliato il lavoro di casting di un film, quel lento scrutinio alla ricerca dell’attore giusto per ogni ruolo, specie per i personaggi più particolari e su cui la storia si regge. Lo sa bene Quentin Tarantino, che durante le audizioni di “Bastardi senza gloria” rischiò seriamente di trovarsi ad un punto morto. Il punto in questione ha un nome e cognome: Hans Landa. Il personaggio, un gerarca nazista, era sicuramente ostico da interpretare: un genio linguistico dall’indole spietata e acuta, in grado di parlare tre lingue secondo lo script. Pertanto il regista, come raccontato qualche tempo più tardi, voleva a tutti i costi un attore all’altezza.
Una ricerca che pareva essere destinata all’insuccesso, giorno dopo giorno. Partito con l’idea di affidare il ruolo a Leonardo DiCaprio, Tarantino aveva diretto poi le sue attenzioni su un attore nativo di lingua tedesca, cosa che restrinse ancora di più le possibilità. Lo stesso regista pensava di aver prodotto un personaggio ingestibile, e che di conseguenza la pellicola non avrebbe potuto essere girata. Mancavano soli cinque giorni alla fine dei casting, senza più alcun asso da giocare. Cinque giorni alla fine del film. Fu dunque il turno di un tale, di nome Christoph Waltz. Un perfetto sconosciuto. E lì cambiarono le carte in tavola.
Dalla gavetta in tv al successo con Tarantino
Per chi avesse chiesto il suo nome, quasi nessuno fuori da Germania e Austria avrebbe saputo rispondere. Nato a Vienna nel 1956, Christoph Waltz venne avviato alla vita artistica dai genitori scenografi, nonché dai nonni attori. Dedito quindi agli studi di recitazione, negli anni ’70 ebbe anche l’opportunità di frequentare per qualche tempo la celebre Accademia di Lee Strasberg a New York. Probabilmente grazie a questa esperienza iniziò ad affinare l’inglese, che insieme alla sua lingua madre (il tedesco) e al francese andranno a completare il bagaglio di un vero e proprio poliglotta.
Tornato in Austria il giovane Waltz iniziò a lavorare a teatro, passando poi alla televisione. Per tutti gli anni Ottanta e Novanta si divise tra questi due mezzi, comparendo in numerose produzioni austriache e tedesche, specialmente sceneggiati e film televisivi. Al 1991 risale il suo debutto come protagonista di un lungometraggio cinematografico, nel film “Vita per vita – Massimiliano Kolbe” del regista polacco Krzysztof Zanussi. Questo fino all’inizio degli anni Duemila, quando ormai Christoph Waltz aveva raggiunto i quarant’anni. Un’età forse non tarda, ma di sicuro pesante per un attore alla ricerca del grande salto. Eppure a volte il caso, la Provvidenza o il destino ci mettono di fronte a degli incontri inaspettati, catalizzatori dei cambiamenti più profondi. Anche stavolta l’agente di questa storia ha un nome e cognome: Quentin Tarantino. E dall’incontro tra il regista e l’attore sarebbe nato non solo un film memorabile, ma un’intera carriera da Oscar.
Christoph Waltz e una fulminante carriera hollywoodiana
Dalle audizioni di “Bastardi senza gloria” in poi la vita e la carriera di Christoph Waltz subirono una repentina accelerazione. Presentato al Festival di Cannes nel 2009, il film gli fece subito guadagnare il Premio alla miglior interpretazione maschile. Il primo di una lista impressionante di riconoscimenti, quelli per aver portato sullo schermo un personaggio che ha la potenza di un’icona istantanea. Perché Christoph Waltz è Hans Landa: cinico, spietato, grottesco e tragicomico, affascinante e impressionante, una maschera dai tratti sconvolgentemente vividi che sembra essere disegnata per l’attore. Ed ecco materializzarsi la scalata al successo: Screen Actors Guild Award, Premio BAFTA, Golden Globe, fino all’ultimo e più alto scalino del Premio Oscar come miglior attore non protagonista.
Se è raro che un attore non anglofono vinca un Oscar, è matematico l’ingresso dei pochi eletti nello star-system hollywoodiano. E così dal 2010 Christoph Waltz è entrato stabilmente nei cast delle produzioni americane, collaborando con registi come Terry Gilliam, Roman Polanski e Tim Burton. Ma è ancora Tarantino il suo re Mida, che trasforma nuovamente una sua interpretazione in oro. Stavolta è il turno del dottor King Schultz, eccentrico coprotagonista di “Django Unchained“, un ruolo “dalla parte dei buoni” per quanto non privo di somiglianze con il precedente. Come simile è il risultato, ossia quello di un secondo Oscar.
Dopo questo nuovo successo Christoph Waltz è diventato ancora più un attore di culto, amato per i suoi personaggi iconici e chiamato dalle maggiori produzioni e registi. Da citare i suoi recenti lavori accanto a Wes Anderson (“The French Dispatch“) e Woody Allen (“Rifkin’s Festival“), nonché la partecipazione come villain nelle ultime due pellicole dedicate a James Bond. Ricordiamo che prossimamente vedremo l’attore impegnato come protagonista nel western “Dead for a Dollar” oltre che in veste di doppiatore nell’attesissimo “Pinocchio” di Guillermo Del Toro.
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