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Giappone, lo strano caso di Shoji Morimoto: pagato per non fare nulla

di Enrico Tiberio Romano

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Tra le numerose stranezze a cui ci hanno abituato in Giappone, c’è la storia lavorativa di Shoji Morimoto, davvero unica nel suo genere. Il ragazzo infatti si guadagna da vivere affittando ore della sua giornata letteralmente “per non fare nulla”. Grazie alla sua sua “professione” ha raccolto un enorme seguito online e migliaia di clienti.

Giappone – Come è nata questa ”professione” e cosa fa il ragazzo

La storia riportata da The Indipendent potrebbe far ricredere ognuno di noi sulle scelte prese nella nostra vita a causa di un ragazzo pagato profumatamente per banali mansioni quotidiane.

Il tutto nasce nel giugno 2018 quando attraverso un Tweet. Morimoto scrisse: “Mi offro in affitto, come persona che non fa nulla. È difficile per te entrare in un negozio da solo? Ti manca un giocatore della tua squadra? Hai bisogno di qualcuno che faccia la fila al tuo posto? Non posso fare nient’altro che cose facili”.

 

Giappone

Bandiera giapponese (@Shutterstock)

Sebbene originariamente offrisse i suoi servizi gratuitamente, Morimoto ora si fa pagare per ridurre il volume delle richieste e per scoraggiare le perdite di tempo. Incredibile è però il volume di proposte che riceve il ragazzo, che gode di numerosi follower sui social e ha almeno 3 o 4 clienti al giorno.

La gente lo affitta per vari motivi, dice, ma la maggior parte sono annoiati o soli e vogliono semplicemente essere ascoltati. Morimoto ,che è sposato ed ha conseguito una laurea in fisica presso l’Università di Osaka. ha dichiarato al quotidiano The Mainichi: “Il mio vantaggio è che non sono un amico o un conoscente. Sono libero dalle cose fastidiose che accompagnano le relazioni, ma posso alleviare i sentimenti di solitudine delle persone”.

I suoi clienti vengono tutti dal Giappone ed è stato assunto per pranzare, posare per fotografie su Instagram, accompagnare qualcuno che chiede il divorzio, catturare farfalle nel parco e ascoltare gli operatori sanitari alle prese con il loro lavoro. Non c’è che dire: il “non lavoro” più bello del mondo.

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