di Alessandro Lucchini
Oggi, 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America ha emesso una sentenza che farà discutere per molto tempo. Una decisione che si muove controcorrente rispetto all’epoca odierna, in cui i diritti della persona sono tra i più sentiti dalla popolazione globale. Difatti, la revoca del diritto all’aborto dalla tutela costituzionale rappresenta un passo indietro di oltre 50 anni nella storia americana…
La sentenza: le motivazioni contro l’aborto
Come riportato da La Repubblica, era attesa in questi giorni la sentenza finale della Corte Suprema, che è quindi arrivata, generando fin da subito proteste e clamore. La delibera della Corte si appresta ad annullare la storica sentenza Roe v. Wade, con cui lo stesso organo giurisdizionale aveva introdotto nel 1973 il diritto all’aborto.
“L’aborto presenta una profonda questione morale. E la Costituzione non conferisce il diritto all’aborto“; con questi termini viene giustificata dalla Corte la decisione presa. L’argomento ha inoltre causato una forte divisione, anche tra i giudici interni alla commissione; la sentenza ha ricevuto 6 voti a favore e 3 contrari.
Schierati nell’opposizione troviamo i giudici liberali Sonia Sotomayor, Elena Kegan e Stephen Breyer, i quali sottolineano il loro dissenso, mostrandosi molto preoccupati, in quanto, da oggi, le donne americane hanno perso una tutela costituzionale fondamentale. Tra i giudici favorevoli, vi sono tutti e tre gli esponenti nominati da Trump durante il suo mandato.
Conseguenze e reazioni della popolazione
Ma cosa succederà adesso? D’ora in avanti, spetterà ai singoli Stati legiferare liberamente sulla materia; probabilmente quelli più liberali manterranno la possibilità di interrompere la gravidanza, mentre in quelli più conservatori si verificherà il contrario.
La reazione della popolazione non si è fatta attendere. Già poco prima della diffusione della notizia, un numeroso gruppo di manifestanti, per lo più donne, ha iniziato a protestare di fronte all’edificio in cui opera la Corte. Chiaramente non è poi mancata la protesta via social, destinata a crescere giorno dopo giorno, così come le proteste a riguardo.
Anche personaggi di spicco negli USA come Barack Obama, hanno espresso il loro dissenso. L’ex Presidente, infatti, si è detto molto infastidito dall’esito finale della sentenza:
“Oggi la Corte Suprema non solo ha annullato quasi 50 anni di precedenti, ha relegato la decisione più intensamente personale che qualcuno possa prendere ai capricci di politici e ideologi, attaccando le libertà essenziali di milioni di persone”.
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