di Enrico Tiberio Romano
Einstein aveva ragione, i buchi neri sono come descritti dalla sua teoria della relatività generale. La conferma definitiva è arrivata grazie alla prima ‘foto’, svelata oggi, del buco nero al centro della Via Lattea. Il risultato ottenuto dalla collaborazione di diversi team è uno straordinario passo avanti nello studio di questi corpi celesti.
La foto di Sagittarius A*, il ”nostro” buco nero
Il buco nero si trova a circa 27 mila anni-luce dalla Terra in direzione della costellazione del Sagittario. L’oggetto avrebbe una massa di circa 4 milioni di volte quella del Sole. Trovandosi nel centro della nostra galassia, costituirebbe il corpo celeste attorno a cui tutte le stelle della Via Lattea, compresa la nostra, compiono il loro moto di rivoluzione.
Ci sono voluti ben cinque anni di lavoro e gli sforzi congiunti di un team di esperti internazionali e di Event Horizon Telescope (Eht). Di questo team internazionale fanno parte anche ricercatrici e ricercatori italiani. Gli scienziati si sono serviti di diversi radiotelescopi e hanno contribuito alla scoperta membri dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Cagliari.
“Questa è l’immagine sognata per oltre 20 anni, anzi è un risultato atteso da quasi 22, da quando è stato proposto questo studio e personalmente la aspettavo da 8 anni, da quando ho iniziato questa impresa”. Queste le parole dell’astrofisico Ciriaco Goddi, 46 anni, docente dell’Università di Cagliari, ad Adnkronos.
La foto di Sagittarius A* segue quella che nel 2019 stupì il mondo e fu definita ”la foto del secolo”. Sebbene le due osservazioni siano state contemporanee, la foto del buco nero al centro della Via Lattea è arrivata solo adesso per via della natura sfuggente dell’oggetto stesso.
L’esistenza del buco nero, benché presumibile dallo studio dei campi gravitazionali, era messa ancora in dubbio da molti. Questa foto consente di affermare con assoluta certezza che Einstein aveva ragione. Nel suo lavoro sulla relatività generale, il fisico teorizzò che al centro delle galassie fosse presente un buco nero che attira a sé gli altri corpi celesti: ora abbiamo scoperto che è così anche nella nostra.
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