di Redazione NCI
Il Covid corre e si appresta a farlo sempre con più rapidità. Omicron è ancora nel pieno della sua potenza, ma rischia d’essere già sostituita da una sua “parente” (così definita dagli esperti). La nuova variante, il cui nome convenzionale è IHU, forte delle sue caratteristiche anomale, punta a spodestare l’attuale regnante.
Cos’è IHU?
È stata rilevata per la prima volta lo scorso 9 dicembre dagli studiosi dell’Ihu Méditerranée Infection di Marsiglia. I ricercatori sostengono di averla potuta scoprire grazie a una particolare analisi epidemiologica condotta su 12 pazienti di Forcalquier, piccolo comune situato nel Sud della Francia. Si ipotizza tuttavia che sia nata nel Camerun, poiché il primo paziente in cui è stata identificata la diversa forma del virus era appena ritornato da una vacanza nel paese africano.
Il nome tecnico della mutazione è “B.1.640.2” e si sospetta che da essa possano originarsi circa 46 nuove micro-mutazioni e 37 soppressioni immunitarie. Le sue incredibili proprietà di trasmutazione la rendono estremamente imprevedibile e abile nel modificarsi repentinamente. Ed è questo su cui vuol porre l’accento la critica scientifica, facendo sapere che IHU è probabilmente la più imponderabile delle varianti. Poiché dispone di moltissimi ceppi differenti e, data la tardiva identificazione, potrebbe essersi diffusa più del previsto. La sua virulenza è ancora oggetto d’indagine, tuttavia la comunità scientifica sostiene che “Camerun” possa essere tra le varianti più patogene. A seguito della prima avvisaglia transalpina, i medici hanno rilevato 55 nuovi casi tra i malati covid ospedalizzati.
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di Gabriele Nostro
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