di Enrico Tiberio Romano
Arriva una svolta inattesa nel caso dell’omicidio di Sharon Verzeni, la giovane uccisa nella notte dello scorso 29 luglio per cui non si era trovato un colpevole fino ad oggi. La pista da seguire in conclusione era quella da tempo approfondita dagli inquirenti, che portava al misterioso “uomo in bicicletta“.
Arriva la confessione dell’assassino di Sharon
Il giallo che ha tenuto sulle spine in tantissimi in Italia ed ha devastato la vita di una famiglia dovrebbe oggi aver trovato una conclusione in seguito alla confessione di un uomo trentunenne indicato spesso dalla stampa come l’uomo in bicicletta, su cui si indagava sin dal giorno successivo l’omicidio. Il soggetto, ripreso dai sistemi di video sorveglianza del comune di Terno d’Isola mentre si trovava a bordo di una bicicletta la notte tra il 29 e il 30 luglio, si allontanava velocemente dalla scena del crimine.
Fermato dagli agenti di polizia l’uomo, chiamato Moussa Sangare, 31enne disoccupato italiano con precedenti per violenza ed aggressione, ha confessato di aver compiuto il gesto senza particolari motivi. Come riporta Tgcom, l’omicida fermato nel bergamasco infatti non sarebbe stato mosso da moventi di natura sessuale e tantomeno sarebbe legato alla pista che collega la donna a Scientology. La procura di Bergamo spiega in una nota a carico del 31enne che ci sono: “gravi indizi di colpevolezza, elementi probatori del pericolo di reiterazione del reato, di occultamento delle prove, e del pericolo di fuga“. Per questi motivi il pm ha deciso di disporre “un decreto di fermo di indiziato di delitto“.
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