Dei vandali hanno deturpato un murale contro il razzismo a Roma, mettendo in luce ancora una volta le tensioni razziali nel nostro Paese. Il murale, realizzato dalla street artist Laika e dedicato alla campionessa di pallavolo Paola Egonu, è stato sfregiato poche ore dopo la storica vittoria della nazionale italiana di pallavolo alle Olimpiadi.
Paola Egonu: l’immagine dell’italianità
L’opera, intitolata “Italianità”, era stata posizionata davanti alla sede del CONI e rappresentava Paola Egonu intenta a schiacciare un pallone. Tuttavia, durante la notte, il murales è stato vandalizzato: il colore della pelle della pallavolista è stato alterato e il pallone e il volto della giocatrice sono scomparsi, lasciando solo la scritta “italianità”. Questo non è solo un attacco contro l’arte urbana, ma un gesto che risuona fortemente in un contesto più ampio di dibattito sull’inclusività e sull’identità italiana.
Come riportato da Sport Mediaset, l’opera di Laika era una risposta diretta alle recenti affermazioni del generale Roberto Vannacci, che aveva sollevato polemiche durante le Olimpiadi di Parigi. Vannacci, dopo aver elogiato la squadra di pallavolo italiana per la vittoria, aveva commentato che, pur riconoscendo Paola Egonu come italiana, i suoi tratti somatici non rappresentavano la maggioranza degli italiani. Dichiarazioni che hanno sollevato un’ondata di critiche, evidenziando come il razzismo e la xenofobia siano ancora presenti nel discorso pubblico
Lo sport come arma contro il razzismo
L’artista Laika, nel presentare il suo murale, aveva sottolineato l’importanza di combattere il razzismo anche attraverso lo sport. La sua opera voleva essere un omaggio non solo a Paola Egonu, ma anche ad altre atlete come Myriam Sylla ed Ekaterina Antropova, che, con il loro talento e la loro dedizione, rappresentano l’Italia in tutto il mondo.