di Enrico Tiberio Romano
Una nuova proteina artificiale sintetizzata in laboratorio, apre a soluzioni innovative nella lotta alle malattie del sistema nervoso. In seguito alla somministrazione tramite farmaco, la proteina aiuta-memoria ha dimostrato un notevole effetto in animali che presentano declino cognitivo legato all’età.
La sintesi e gli effetti della proteina che aiuta la memoria
In laboratorio, ricercatori dell’Università Cattolica di Roma e del Policlinico Universitario Gemelli hanno sintetizzato con l’aggiunta di un ‘interruttore’ molecolare, che ne permette l’attivazione, una proteina che potrà avere applicazioni in diversi ambiti. Il risultato del lavoro è stato pubblicato sulla rivista Science Advances e parte dalla spiegazione che la proteina LIMK1, normalmente attiva nel cervello, svolge un ruolo cruciale nei processi di apprendimento e memoria.
Claudio Grassi, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica, che ha coordinato lo studio ha così spiegato il lavoro ad ANSA: “La memoria è un processo complesso che comporta modifiche nelle sinapsi, cioè le connessioni tra i neuroni. Questo fenomeno è noto come ‘plasticità sinaptica’, controllare LIMK1 con un farmaco significa riuscire a favorire la plasticità sinaptica e, quindi, i processi fisiologici che dipendono da essa”.
La novità e punto cruciale sta nella capacità di attivare la proteina grazie alla somministrazione mediata da un farmaco, che contiene la rapamicina, un interruttore molecolare noto per i suoi effetti benefici sul cervello. Le applicazioni dello studio ad oggi non sono ancora chiare ma potenzialmente ci troviamo di fronte ad un lavoro che avrà ricadute sulla lotta a diverse malattie e nella ricerca.
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