di Alessandro Colepio
È una vera e propria tempesta, forse la più grande ad aver colpito un campionato professionistico negli ultimi anni. Da qualche giorno infatti, la Bolivia è finita al centro di uno scandalo riguardo ad un diffuso sistema di combine e calcioscommesse che sembrerebbe aver alterato il regolare andamento delle due principali leghe nazionali, la Premiera Division e la Liga Nacional B.
Nelle ultime ore, la stampa boliviana è entrata in possesso di prove ed intercettazioni che mettono in forte dubbio il fair play delle alte sfere calcistiche del Paese. Tutto è partito lo scorso 30 agosto, quando il presidente della Federazione nazionale, Fernando Costa, aveva denunciato una “fitta rete di corruzione” che riguardava società, arbitri e calciatori.
Cosa è successo in Bolivia
Quando, negli scorsi giorni, i quotidiani boliviani hanno divulgato le prove in loro possesso, si è scatenato il caos. Fra queste, spicca la registrazione audio della conversazione fra Marcos Rodriguez, presidente del club Vaca Diez, e l’arbitro Gaad Flores. I due si erano sentiti telefonicamente il 5 agosto, prima della sfida fra il Vaca Diez e il Nacìonal de Potosì. Ascoltando il file, si sente chiaramente Rodrigues dire: “Abbiamo bisogno di almeno 5 gol, e che ce ne siano 3 in un tempo“. La gara è poi finita 6-1 in favore del Nacìonal, che guarda caso ha segnato le prime tre reti nel corso del primo tempo.
Le accuse sono durissime, e nella giornata di ieri i club si sono incontrati con la Federazione per decidere il futuro del campionato. Con 14 voti favorevoli e uno solo contrario, la decisione quasi unanime è stata quella di sospendere le due principali leghe del Paese. Il presidente federale Costa ha indetto una conferenza stampa, in cui ha dichiarato che si è arrivati a questo punto a causa di seri indizi che dimostrano come entrambe le competizioni siano state truccate.
Ora la palla passa alla COMNEBOL, l’equivalente sudamericano della UEFA, che dovrà seguire da vicino le indagini e valutare eventuali sanzioni verso club e istituzioni. L’idea della Federcalcio boliviana è quella di creare un breve torneo fino a dicembre, ma per farlo serve il consenso della suddetta Confederazione continentale.
Nel frattempo, in Bolivia è partita la caccia alle streghe. Come riportato da La Gazzetta dello Sport, la dirigenza dell’Oriente Petrolero ha denunciato 4 dei suoi tesserati, anche se non ha divulgato i nomi. Le altre intercettazioni diffuse dalla stampa inchiodano varie personalità dello sport boliviano: presidenti, dirigenti della commissione arbitrale e, ovviamente, tanti calciatori.
Ora che i campionati sono sospesi, il Paese non può far altro che aspettare il corso della giustizia. Le prove, però, lasciano davvero poco spazio all’immaginazione: ci troviamo davanti al più grande caso di corruzione e match fixing dell’epoca recente. E l’impressione è che questa sia solo la punta dell’iceberg.
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