fbpx One Piece, la recensione del live-action Netflix: una scommessa vinta
Cinema & Serie TV

One Piece, la recensione del live-action Netflix: una scommessa vinta

di Andrea Antinori

Condividi con chi vuoi

Il 31 Agosto è arrivato su NetflixOne Piece”, serie live-action tratta dall’omonimo manga di Eiichirō Oda. Con un totale di 8 episodi, il prodotto vede come protagonisti Iñaki Godoy nel ruolo di Monkey D. Luffy; Emily Rudd nel ruolo di Nami; Mackenyu Arata nel ruolo di Roronoa Zoro; Jacob Romero Gibbs come Usopp; Taz Skylar nel ruolo di Sanji. Senza perderci in ulteriori chiacchiere, ecco la recensione della prima stagione della serie!

One Piece: inseguire i propri sogni

In soli 8 episodi la serie riesce ad adattare le saghe che vanno dalla prima fino ad arrivare alla fine di Arlong Park. Per chi fosse nuovo al vasto mondo di One Piece, la storia segue le vicende di Monkey D. Luffy, un giovane pirata con il sogno di trovare il One Piece, il tesoro perduto del famigerato pirata Gold Roger, e diventare il Re dei Pirati. In questi 8 episodi in particolare ci viene mostrato l’inizio del viaggio di Luffy, intento a formare la sua ciurma navigando tra le isole del Mare Orientale.

L’impresa più grande che la serie doveva portare a termine era compiere una trasposizione che mostrasse almeno in parte lo spirito dell’opera di Oda, quello stesso spirito che tiene i fan attaccati al manga da più di 20 anni. Il tutto però evitando di cadere nel ridicolo, data la particolare caratterizzazione fisica e comportamentale dei personaggi che il mangaka usa nel suo fumetto. Ma il sogno degli sceneggiatori e dei produttori nel dare una nuova vita a One Piece ha dato i suoi frutti. Un sogno che alla fine è valso la pena seguire, proprio come i sogni che portano in nuove avventure i nostri protagonisti.

In questo live-action si è trovato il perfetto equilibrio tra la fedeltà all’opera originale e l’adattamento, portando in vita un prodotto che è capace di appagare sia un nuovo spettatore che il fan più sfegatato. Una serie capace di vivere autonomamente portando però lo spirito del One Piece anime/manga.

 

One Piece

Il miglior adattamento live-action?

Certo, non è una serie esente da difetti. Questi ultimi però, non hanno niente a che vedere con l’aspetto dell’adattamento. Infatti i principali problemi sono sulla regia e sul montaggio. Regia che risulta vecchia, con l’utilizzo costante di fisheye e primi piani che non risaltano particolarmente per bellezza d’immagine, portando il prodotto ad essere visivamente poco ricercato. Il montaggio invece si perde in piccole banalità come transizioni non eccelse e qualche taglio troppo confuso. Niente di troppo grave, ma comunque un problema da segnalare. Si apprezza però la volontà di sperimentare anche a livello registico, con alcune scene montate a modi “tavola di manga”. Quest’ultime sono carine nella maggior parte dei casi, mentre in altri se ne poteva tranquillamente fare a meno.

Inaspettatamente la CGI è di buon livello. A differenza dei precedenti trailer dove si notavano dei particolari non proprio eccelsi, nella serie i problemi sono scomparsi, tanto che la maggior parte dei combattimenti di Luffy sono di ottima qualità. Anche i costumi, altra nota dolente di alcune scene dei trailer, in fin dei conti sono ben realizzati. Certo, ci sono ancora alcuni particolari che sarebbero potuti essere migliorati, come la statura di Arlong o i capelli di Nami, ma dopo pochi minuti già iniziano a dare notevolmente meno fastidio. Anche alcune scenografie in certi momenti risultano molto finte, ma questo effetto dipende anche molto dalla singola inquadratura.

L’ultimo aspetto da considerare è l’adattamento della storia. Non era impresa facile raccontare ben 95 capitoli del manga in solamente 8 puntate da circa un’ora. Eppure, tagliando inevitabilmente alcune parti e personaggi e riadattando leggermente la storia, gli sceneggiatori sono riusciti a raccontare per bene la saga del Mare Orientale. Lasciando le parti più importanti di ogni arco narrativo, il viaggio della ciurma di Cappello di Paglia si svolge praticamente nello stesso modo. Ci sono anche alcune aggiunte che, grazie a 26 anni di storia editoriale, gli sceneggiatori hanno intelligentemente aggiunto a questi episodi. La più grande è Garp, vice-ammiraglio della marina che nel manga viene introdotto per bene solamente nella saga di Enies Lobby. Qui, grazie al suo rapporto con il protagonista, viene utilizzato intelligentemente, senza stonare troppo ai fini della trama.

 

One Piece

Il casting di One Piece

Il maggiore punto di forza di questa serie è proprio il casting dei vari personaggi. Perfetti i volti trovati per la ciurma di Cappello di Paglia. Si nota che gli attori sono davvero presi dal progetto, dato che nella loro interpretazione si può distinguere chiaramente la passione e l’amore per i loro personaggi. Ma non solo la ciurma protagonista, dato che anche i volti per i secondari alla fine risultano delle ottime scelte. L’unico che tra tutti stona maggiormente è Peter Gadiot nel ruolo di Shanks. Non che l’attore non sia stato bravo, anzi. La sua interpretazione è proprio quella che va a salvare un casting non perfetto, considerata la sua versione cartacea/animata.

I casting di Buggy, Mihawk, Kuro e Alvida sono anch’essi ottimi. Sorprende in particolare Buggy, che se dal trailer poteva non sembrare la migliore trasposizione del personaggio, nella serie dimostra di essere probabilmente il villain meglio adattato. Anzi, l’episodio che lo vede protagonista è anche uno dei migliori di tutta la serie. Anche il trucco utilizzato per la realizzazione degli uomini pesce non è male. Considerando anche che non viene usato quasi nessun tipo di effetto speciale.

Un plauso finale va anche al doppiaggio italiano, con dei casting decisamente azzeccati, nonostante le voci differenti da quelle dell’anime. C’è da segnalare anche che, nella versione in lingua Giapponese, sono presenti gli attuali doppiatori dell’anime di Toei Animation.

 

One Piece

One Piece S01, conclusioni: il live action che spezza la maledizione?

Dopo decenni di adattamenti di anime/manga mediocri o addirittura pessimi, Netflix riesce finalmente a spezzare la “maledizione” con un prodotto che, nonostante non sia esente da difetti, riesce comunque a comunicare le stesse emozioni della versione cartacea/animata, raccontando però la storia in un nuovo modo. Si riesce in particolare a percepire la passione con la quale l’opera di Oda è stata portata in vita, portando lo spirito che ha fatto appassionare milioni di persone di tutte le età nel corso di oltre 26 anni. Inoltre degli ottimi combattimenti e un ritmo incalzante, accompagnato da una fantastica colonna sonora che va anche a riprendere i temi dell’anime, confezionano un ottimo prodotto, prima come serie, e anche come adattamento live-action. È naturale pensare che “One Piece” verrà presto rinnovata per una seconda stagione, anche considerato il livello di questo primo blocco di episodi!

Pro

  • Il casting per i protagonisti e per i secondari;
  • L’adattamento della storia, che seppur differente in alcuni particolari, funziona;
  • Le scene d’azione;
  • La CGI;
  • La colonna sonora.

Contro

  • La regia, che risulta vecchia e poco ricercata nello stile;
  • Il montaggio confusionario e blando.

Voi cosa ne pensate? Vi sta piacendo questa prima stagione? Fatecelo sapere sui nostri social! Per essere sempre aggiornati su altre news sul mondo del cinema, continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Streamma.

Potrebbe interessarvi anche:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi