di Redazione Network NCI
Dopo il successo di Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo, Zerocalcare torna a collaborare con Netflix per una terza serie animata, la cui uscita è prevista nel corso del 2026. L’annuncio è arrivato dal fumettista romano e da Valerio Mastandrea, voce dell’iconico armadillo che incarna la coscienza del protagonista. I due hanno svelato la notizia con un breve ma esilarante video, mantenendo però il massimo riserbo sulla trama.
Lo stile di Zerocalcare
La notizia ha immediatamente scatenato l’entusiasmo dei fan, che da tempo attendevano un nuovo progetto firmato da Michele Rech, vero nome dell’autore. Le sue opere, capaci di fondere satira, introspezione e denuncia sociale, hanno ridefinito il modo di fare sia fumetto che animazione in Italia, avvicinando un pubblico sia giovane che adulto al suo linguaggio con una cifra stilistica inconfondibile. E ora, dopo due serie capaci di lasciare un segno profondo, tutti si chiedono quale sarà il nuovo tema affrontato dal fumettista di Rebibbia.
Nonostante non siano stati rilasciati dettagli sulla sceneggiatura o sul titolo, è facile immaginare che anche questo terzo progetto sarà fortemente radicato nella contemporaneità, con riferimenti politici, culturali e personali, come già avvenuto nelle produzioni precedenti. Zerocalcare ha dimostrato di saper leggere il presente con uno sguardo acuto e ironico, capace di far riflettere senza mai rinunciare all’empatia e all’autenticità.
Le serie precedenti
La collaborazione tra Zerocalcare e Netflix è cominciata nel 2021 con “Strappare lungo i bordi“, una serie intensa e ironica che ha conquistato pubblico e critica. Il racconto autobiografico segue il protagonista Zero in un viaggio fuori città, mentre riflette con umorismo e malinconia sulla vita, le relazioni e i rimpianti, accompagnato dall’iconico armadillo.
Nel 2023 è arrivato “Questo mondo non mi renderà cattivo“, sei episodi che affrontano temi sociali e politici in modo diretto e personale. Ambientata a Roma Est, la serie mette in scena le tensioni tra fascisti e antifascisti in seguito all’apertura di un centro d’accoglienza. Il ritorno di un vecchio amico di Zero, spaesato di fronte a un quartiere cambiato, dà il via a una nuova riflessione sul senso di appartenenza e sul difficile equilibrio tra il voler aiutare e il sapere come farlo davvero.
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Articolo di Mattia Rea
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