«If your heart is in your dream
No request is too extreme
When you wish upon a star»
(Cliff Edwards, “When you wish upon a star“)
Questo 2023 ha segnato un anniversario fondamentale per il cinema; la Walt Disney Company ha infatti compiuto 100 anni. Tra le celebrazioni per questo imponente evento, la più importante ed attesa era indubbiamente “Wish“, 62° classico Disney nonché film celebrativo del centenario della compagnia. La pellicola, diretta da Chris Buck, vede nel cast vocale originale, tra gli altri, Ariana DeBose, Chris Pine, Alan Tudyk, Victor Garber, Natasha Rothwell ed Evan Peters. Tra i doppiatori italiani, invece, troviamo Gaia, Michele Riondino, Amadeus, Carlo Valli, Alex Polidori e Margherita De Risi.
La giovane Asha, ottimista e intraprendente, vive con la sua famiglia, composta dalla madre Sakina e il nonno Sabino, nel regno di Rosas. Quest’ultimo è stato fondato su un’isola del Mediterraneo da re Magnifico e la regina Amaya, che regnano ancora adorati dai loro sudditi. Re Magnifico, studioso di stregoneria, ha la capacità di esaudire i desideri dei suoi sudditi, che decidono di rinunciarvi e dimenticarsene per affidarli alla sua custodia e protezione. Una volta al mese il re allestisce una cerimonia in cui sceglie un sogno da realizzare, lasciando gli altri nel suo castello in attesa di essere esauditi.
Un particolare sogno mette in crisi la visione di Asha del sovrano, i cui metodi si rivelano poco onesti nei confronti del suo popolo. Re Magnifico, dal canto suo, inizia a mutare la sua visione dei desideri e, assetato di potere, assume un approccio sempre più tirannico. Soltanto un desiderio profondo e sincero potrà salvare Rosas dalle grinfie del re, restituendo agli abitanti i loro sogni.
Il film del centenario Disney è prima di tutto una celebrazione della storia della compagnia. Il suo punto di forza sono infatti le numerosissime citazioni, sia implicite che esplicite, ai classici Disney che hanno emozionato ogni generazione di spettatori. I personaggi, in primo luogo, sono modellati sui suoi più amati lungometraggi. Dagli amici di Asha, ispirati ai sette nani di Biancaneve, a re Magnifico, che richiama villain come Scar e Malefica. Spiccano anche citazioni più esplicite come la presenza di Peter Pan e un’inaspettata battuta su Mary Poppins. Per quanto evidentemente indirizzato a un pubblico molto giovane, il film è apprezzabile anche da fan della Disney di vecchia data, proprio grazie alla cura nel ricordarne e ripercorrerne la storia. “Wish” adempie dunque al suo scopo primario di celebrazione, riuscendo ad emozionare lo spettatore con dettagli ben riusciti e interessanti da cogliere.
In accordo con le aspettative del pubblico, la trama di “Wish” non brilla, di per sé, per originalità. Partendo da premesse prive di particolari novità, si sviluppa in modo semplice, lineare e generalmente prevedibile, senza colpi di scena o elementi memorabili. La storia si modella sul tema dei sogni, con la volontà di riprendere l’essenza di quello che è stata ed è la Disney, oltre che i suoi classici. La morale riguarda infatti proprio l’importanza dei sogni, di custodirli, di non rinunciarvi ma inseguirli e raggiungerli. Per quanto poco innovativa, la trama riesce a trasmettere il messaggio, fondamento della compagnia, in maniera emozionante ed efficace. Nonostante non elevi la qualità dei recenti prodotti Disney, infatti, riesce a svolgere il suo compito, ad intrattenere e al contempo ricordare, con una storia, benché poco ispirata, in linea con i suoi propositi, coesa e sensata.
Come già menzionato, i personaggi di “Wish” sono ispirati a modelli di grandi classici Disney, il che ne fornisce una buona caratterizzazione. Quest’ultima, tuttavia, sembra limitarsi ad una ripresa di tali personaggi, senza un particolare studio sul loro background. Per quanto coerenti con la trama, personaggi come gli amici della protagonista rimangono essenzialmente blandi, facendo il loro lavoro ma senza mai emergere in modo particolare. Il discorso non è differente per quanto riguarda Re Magnifico; pur funzionando narrativamente, non incide molto sulla pellicola, con un arco narrativo approssimativo e scialbo. Le sue motivazioni, la sua ascesa e la sua conclusione, tutto rimane abbozzato, risultando in un personaggio poco carismatico e memorabile. Merita tuttavia una nota positiva il personaggio di Star, la cui costruzione e caratterizzazione, nei limiti del possibile, contribuisce in buona parte al valore della pellicola.
“Wish” ha una cura particolare per il suo aspetto celebrativo, che, al di là della trama e dei riferimenti, è ripreso anche dal lato tecnico della pellicola. La stessa animazione, infatti, punta a celebrare la storia della Disney, con una tecnica tra il 2D e il 3D che richiama sia i primi film della compagnia che i più recenti, creando un ponte che ne unisce tutta la filmografia. È la magia Disney, anima dell’azienda, ad attraversare questo ponte, a dimostrazione di come non si sia mai spenta dalla sua nascita fino ad oggi e di come continuerà ad esistere in futuro. Per quanto l’estetica dei personaggi resti sempre in linea con i prodotti più recenti, è possibile notare sfondi disegnati con tratti a matita grezza e acquerello, volontariamente lasciati ad una fase di animazione più primitiva. La scelta stilistica si rivela a lungo andare vincente, sia sul piano ideologico che su quello visivo, consentendo al film di compiere un omaggio a 360 gradi. Se esiste la Disney di oggi, con la sua moderna animazione digitale, è perché è esistita una tradizione di animazione in 2D che ha fatto sognare per anni milioni di spettatori e che qui viene rivitalizzata perfettamente.
“Wish” è il film del centenario Disney a tutti gli effetti. Gremito di citazioni ai classici vecchi e nuovi, sia per quanto riguarda le semplici battute che i veri e propri personaggi, ripercorre la storia dell’azienda in un compendio emozionante ed efficace. La trama, per quanto poco brillante ed ispirata, è in linea con l’onnipresente messaggio sui sogni e la loro realizzazione, alla base della Disney, e lo porta indubbiamente a compimento. I personaggi, che come già detto si ispirano a modelli dei più grandi classici dell’azienda, non hanno una specifica caratterizzazione, finendo per adempiere al loro scopo senza emergere. L’esempio più lampante è re Magnifico, che, per quanto ispirato a villain storici, non risulta, di per sé, sufficientemente incisivo e carismatico. Degna di nota è la tecnica mista di animazione, che unendo 2D e 3D include l’intera filmografia di quello che è stata ed è la Disney oggi, in vista di quello che sarà in futuro.
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