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Weapons – La recensione: tra fiaba horror e commedia nera

Weapons è un film horror scritto e diretto da Zach Gregger. La trama ruota attorno alla misteriosa sparizione di una classe di bambini in una singola notte, tranne uno. L’elemento più sorprendente è che tutti i bambini sembrano essere scappati autonomamente, alla stessa ora: le 2:17. La storia poi ruota attorno ai vari protagonisti.

Un horror attorno a un mistero…

Per quanto il film sia un horror, in realtà possiamo dire che questo pieghi le regole di genere, in quanto l’intreccio della trama si avvolge attorno al mistero dei bambini scomparsi. I protagonisti sono diversi, ma i principali sono la maestra della classe a cui “appartenevano” (Julia Garner), uno dei genitori dei bambini scomparsi (Josh Brolin), e il bambino rimasto (Cary Christopher).

Nonostante qualche sequenza prettamente horror carica di tensione, è il mistero attorno alla sparizione la sensazione predominante. I protagonisti devono indagare, cercando di raccogliere informazioni, dal momento che la polizia è a corto di piste e di teorie.

Per le indagini, l’unione fa la forza. Nessuno dei personaggi ha abbastanza informazioni da risolvere il mistero e solo insieme riescono a raggiungere la soluzione. I comprimari poi sono a loro volta importanti, in particolar modo uno dei poliziotti (Alden Ehrenreich), un tossicodipendente in astinenza (Austin Abrams) e il preside della scuola (Benedict Wong), tutti determinanti a ritrovare i bambini scomparsi.

La storia riesce ad essere intrattenente e in vari momenti a tenere incollati allo schermo, regalando dettagli ai protagonisti e soprattutto allo spettatore a poco a poco, invogliandolo a fare teorie su cosa possa essere successo.

…mischiato a una commedia nera

Sempre riferendosi ai vari generi a cui questo film può appartenere, l’altro è sicuramente una commedia nera. Sono molti i momenti in cui la situazione è così paradossale da strappare una risata allo spettatore, soprattutto sul finale, che alterna momenti di tensione estrema a momenti ilari. Alcuni dei personaggi svolgono di fatto il ruolo di comic relief sotto copertura, riuscendo a risultare sempre divertenti anche quando stanno affrontando la morte.

Questo stile magari potrebbe non sposarsi con le preferenze di tutti, ma la sensazione generale è che questi due stili si amalgamino abbastanza bene. Certo, se ci si aspetta un horror nudo e crudo come potrebbe essere un The Conjuring, o un mystery puro in tinta horror come Il Silenzio degli Innocenti, allora potreste rimanere delusi.

Uno stile di racconto coinvolgente

Un’altra caratteristica interessante del film è il modo in cui viene raccontato. Viene diviso in “capitoli“, ma non perché gli eventi si dividono lungo una linea temporale molto lunga. Ogni capitolo infatti si incentra su un protagonista, partendo dall’insegnante e arrivando al ragazzino rimasto della classe.

Questi capitoli sono interessanti per due motivi: il primo è che permettono di delineare molto bene la caratterizzazione del personaggio protagonista, soprattutto psicologica. La sensazione di persecuzione dell’insegnante, la disperazione del padre del bambino e la rabbia del poliziotto sono emozioni predominanti nel capitolo di cui sono protagonisti.

Il secondo motivo è che i personaggi fanno scoperte diverse e di varia intensità a livello di importanza. Questo permette allo spettatore di sapere più del protagonista del capitolo, permettendogli di fare delle importanti deduzioni e di tenerlo sulle spine quando si trova in una situazione di pericolo senza che il protagonista ne sia consapevole.

I personaggi sono fallibili

Zach Gregger in sceneggiatura decide di dare caratterizzazioni molto imperfette ai protagonisti della sua storia. Questa è un’arma a doppio taglio: i film horror, soprattutto nei momenti di tensione, funzionano se in qualche modo lo spettatore si affeziona al personaggio e teme per la sua incolumità. I personaggi per la maggior parte sono traditori, moralmente ambigui, o proprio negativi.

Questo sicuramente li rende più umani, o quantomeno più realistici, ma non rende facile tifare per loro. Altro dettaglio che non aiuta è la stupidità di alcuni di questi in qualche scena. Probabile che molti degli spettatori, in almeno due circostanze, avrebbero chiamato i soccorsi, o comunque non si sarebbero lanciati di testa dentro il pericolo consapevolmente.

 

ALLERTA SPOILER!!!

 

I poteri dell’antagonista non hanno senso

Entriamo qui nella fase più spoiler: l’antagonista finale è una strega ipnotista, che intende usare i bambini per poter tornare giovane. Una motivazione semplice, ma comunque efficace, dato che l’antagonista appare poco e al centro del film ruota il mistero.

Il problema si presenta con i suoi poteri: il 75% di ciò che fa non ha senso. Viene fatto comprendere che i suoi poteri ruotano attorno a dei processi molto specifici, necessitanti di numerosi materiali particolari e non necessariamente facili da trovare. Tuttavia, questa caratteristica viene più volte messa in pausa. Il suo processo di ipnosi alle volte sembra necessitare di quei materiali, altre volte no. Inoltre, la velocità stessa del processo varia in base alla necessità di trama. In qualche momento, necessita di più giorni per poter controllare qualcuno. In altri, ci mette 5 secondi.

Del tutto prive di logica sono poi le sue apparizioni nei sogni dei protagonisti: le scene sono certamente cariche di tensione, e funzionano bene come horror. Ma quando a fine film ti fermi a riflettere sul perché sia successo, non troverai alcuna risposta. Anzi, sembra quasi che la strega lavori attivamente per sabotarsi, desiderando non essere mai vista né conosciuta in città, arriva persino a schiavizzare un bambino sotto minaccia, salvo poi apparire nei sogni di chi attivamente sta cercando di risolvere il mistero.

Per qualche spettatore la cosa potrebbe non essere un problema, ma per chi si ferma più a cercare il senso invece che alla forma, sicuramente sarà una fonte di frustrazione.

PRO e CONTRO

PRO

  • Una miscela di generi interessante: il film passa da horror a mystery a commedia nera con facilità, mantenendo sempre lo stesso stile;
  • Una narrazione coinvolgente: la divisione in capitoli funziona bene, raccontando i personaggi e coinvolgendo lo spettatore;
  • Il personaggio di Josh Brolin: Josh Brolin regala la migliore interpretazione del film, mettendosi un gradino sopra a tutti gli altri attori, che hanno comunque fatto un buon lavoro;

CONTRO

  • L’antagonista: tra i suoi poteri contraddittori e alcune scene con la sua apparizione che non hanno senso, è decisamente la parte più debole del film;
  • I personaggi: molti dei personaggi possono risultare assolutamente ostili allo spettatore, che avrà difficoltà a tifare per loro o temere per la loro vita;
  • La polizia è assolutamente inutile: per come è strutturata la storia, alcune deduzioni che richiedono giorni ai protagonisti sarebbero costate minuti al massimo alla polizia, che però è praticamente di contorno e non serve a niente nella storia, nonostante la sparizione di 17 bambini;

In definitiva, Weapons è un film ben confezionato che sarà sicuramente divisivo. Richiede necessariamente una visione per farsi la propria idea, ma molto probabilmente, la maggior parte degli spettatori lo apprezzerà. Per alcuni però, risulterà probabilmente più irritante che piacevole, specie nella parte finale. Voto: 7.

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Articolo di Lorenzo Giorgi

Redazione Network NCI

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