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WASP-121b: il Giove ultra-caldo dove piove metallo liquido!

di Redazione NCI

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WASP-121b, soprannominato “roasting marshmallow” (caramella gommosa che sta arrostendo), è un esopianeta con temperature che raggiungono i 2.500 gradi Celsius. Il calore è così intenso che su di esso piovono metalli liquidi, rubini e zaffiri. Il suo studio sta mettendo in crisi le ipotesi sulla nascita di pianeti simili, numerosi nello spazio, anche se assenti nel nostro sistema solare. Si tratta di un pianeta gioviano (ossia con dimensioni superiori a Giove) ultra-caldo, che sembrerebbe essersi formato più vicino alla sua stella di quanto si credesse possibile.

I pianeti extrasolari

Dalla scoperta del primo pianeta al di fuori del sistema solare, il catalogo dei pianeti extrasolari o “esopianeti”, è cresciuto enormemente. Fino a un terzo degli esopianeti scoperti appartiene alla categoria dei “Giove caldi” o addirittura “ultra-caldi”. Essi sono pianeti giganti gassosi, più grandi di Giove per massa e dimensioni, così vicini alle loro stelle da completare un’orbita in poche ore. Questo pianeta, nello specifico, impiega 1,3 giorni terrestri.

Finora si pensava che questi pianeti si fossero formati lontano dalle loro stelle, in orbite simili a quelle di Giove e Saturno nel nostro sistema solare, prima di migrare verso l’interno e riscaldarsi.  La scoperta è il risultato delle analisi della sua atmosfera condotte con lo spettrometro IGRINS (Immersion GRating INfrared Spectrograph) installato al telescopio Gemini Sud, sulle Ande cilene. I risultati dello studio, guidato da Peter Smith dell’università statale dell’Arizona, sono stati pubblicati il 30 gennaio scorso su The Astronomical Journal.

Piovono metalli

WASP-121b è bloccato dalle maree, il che significa che il pianeta ha un “lato diurno” rovente che si affaccia sulla stella madre e un “lato notturno” più freddo che guarda sempre nello spazio. Il lato diurno è così caldo che i metalli sul pianeta si vaporizzano e vengono trasportati verso l’alto nella sua atmosfera. Successivamente questi metalli vengono spinti verso il lato notturno del pianeta da potenti venti. Lì si raffreddano e cadono come piogge di metallo liquido, rubini e zaffiri.

In futuro…

Il team intende espandere l’indagine sui Giove ultra-caldi in altri sistemi planetari, utilizzando gli strumenti IGRINS-2 attualmente in fase di calibrazione. Ciò dovrebbe consentire agli scienziati di costruire un campione più ampio di atmosfere e di svelare i segreti di questi mondi estremi.

Questi risultati sono molto incoraggianti per l’analisi chimica degli esopianeti anche in futuro. Questi studi dimostrano il potenziale degli strumenti per caratterizzare la storia di formazione dei pianeti extrasolari e le atmosfere di pianeti più piccoli e freddi. Essi potrebbero essere interessanti per studiare lo sviluppo della vita.

Fonti: Focus e Media INAF

Articolo di Noemi Barlocco per Nasce Cresce Ignora

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