di Redazione Network NCI
La sera di mercoledì 3 settembre, a Viterbo, il Trasporto della Macchina di Santa Rosa che attraversa la città si è svolto per la prima metà a luci accese, al contrario di quanto vorrebbe la tradizione. La motivazione risiede in un attentato sventato nel tardo pomeriggio, intorno alle 18, con l’arresto di due uomini legati alla malavita turca.
Il tentativo di attentato
I due uomini di origine turca alloggiavano presso un B&B in via di Santa Rosa, situato nella salita del centro storico che arriva al punto finale del Trasporto, il quale è anche patrimonio Unesco. Ad alloggiarvi c’erano tre uomini aventi un mitra, diverse pistole, caricatori e munizioni. L’affittacamere era insospettito dagli ospiti in quanto privi di bagagli, così ha allertato le autorità. La Digos è intervenuta e sono stati bloccati e arrestati due degli attentatori. Tra gli oggetti rinvenuti all’interno della camera, uno dei passaporti non corrisponde a uno degli arrestati. Si ipotizza quindi la presenza di un latitante. I due fermati non hanno risposto a nessuna delle domande degli investigatori.
La notizia ha di conseguenza portato le autorità locali a convocare urgentemente il comitato di sicurezza pubblica. Sono stati mobilitati reparti speciali come i Nocs, unità cinofile antisabotaggio, cecchini posizionati sui tetti e sono stati istituiti dispositivi di controllo rafforzati lungo tutto il percorso del corteo. Inoltre, per ragioni di sicurezza le luci della città che tradizionalmente vengono tenute spente sono invece rimaste accese per la prima metà del corteo.
Le autorità hanno anche portato in sicurezza il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, il ministro della Cultura Alessandro Giuli, la vicepresidente del Parlamento Europeo Antonella Sberna, il capo della segreteria politica di Fratelli d’Italia Arianna Meloni e il deputato Mauro Rotelli, i quali si erano recati a Viterbo ad assistere all’evento. Era prevista anche la presenza dell’ambasciatore israeliano, al quale però è stato sconsigliato di partecipare.
I legami come la mafia turca
Il Trasporto della Macchina di Santa Rosa quest’anno era dedicato al tema della pace, come sottolineato dalla sindaca Chiara Frontini. Secondo una prima ipotesi investigativa, i tre uomini erano legati alla rete criminale di Boris Boyun, arrestato il 22 maggio 2024 a Bagnaia, insieme ad alcuni dei suoi complici. Si sospetta che l’obiettivo dell’attentato fosse quello di far evadere il boss turco. La mafia turca è una realtà presente a Viterbo. Da quando Boyun è stato arrestato l’anno scorso, la rete ha continuato ad espandersi, anche attraverso la gestione di B&B usati come deposito d’armi. Ad agosto la Mobile ha arrestato (sempre a Viterbo) Ismail Atiz, ricercato con mandato di cattura internazionale per 116 reati, tra cui riciclaggio, estorsione, danneggiamento, uso e possesso di armi.
Nei giorni scorsi, poi, ad Anagni le autorità hanno arrestato anche un esponente della mafia di Ankara. Dalle indagini risultano cellule dormienti nella Città dei Papi, le quali controllerebbero un traffico internazionale di armi e droga. Quest’ultime sarebbero poi legate con il fondamentalismo islamico dell’Isis Khorasan.
Scritto da: Gaia Cobelli
Fonti: tgcom24, Open, Il Corriere della Sera
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