Molti di noi danno per scontata la possibilità di uscire a fare una passeggiata o un’escursione, ma purtroppo per alcune persone non è così facile. Valerie Johnson è una donna a cui è stata diagnosticata una ipertensione endocranica idiopatica, un disturbo neurologico che può causare molti problemi, tra cui cefalee, problemi alla vista e dolori articolari. Questi sintomi rendono viaggiare quasi impossibile. Ma Johnson non si è scoraggiata, e ha trovato un modo per farlo ugualmente: i videogiochi.
“Ho paura di perdermi, o di avere difficoltà a ritornare alla macchina” afferma la donna, e prosegue: “Mi piacerebbe andare a camminare e fare campeggio, ma non me la sento di avventurami”. Proprio per questo le sono venuti incontro i videogiochi. Attraverso la realtà virtuale, Johnson ha la possibilità di visitare moltissimi luoghi: un esempio è “Walden, a game“. Il gioco ricostruisce in maniera estremamente fedele il bosco in cui ha vissuto Henry David Thoreau, un famoso filosofo.
Un’altra persona che ha trovato nei videogiochi una grande opportunità è Paul Martin, un ragazzo che è obbligato a spostarsi in sedia a rotelle. Durante un’escursione al Parco nazionale di Yosemite, ha avuto molte difficoltà: “Ho incontrato grandi limitazioni in quello che potevo fare e dove potevo andare. Ad esempio, non ho avuto la possibilità di fare l’escursione sulla vetta di Half Dome”.
I sentieri e i parchi non sempre sono ben attrezzati per agevolare lo spostamento di persone con disabilità. “Temo che se si cominciasse ad aggiungere rampe, ascensori e altre strutture, si possa perdere quello che rende speciale questi posti, o arrecare danno all’ambiente. Anche se faccio parte delle persone il cui accesso è limitato, penso che sia importante preservare la natura il più possibile” ha dichiarato Martin. È per via di questo pensiero, molto profondo, che lo stesso ragazzo ha trovato nei videogame una via di fuga.
La realtà virtuale non può ancora sostituire il mondo reale, e forse non potrà mai, ma è stato provato che ci si può avvicinare. Secondo alcuni ricercatori, passare del tempo con un VR ha effetti simili ad uscire all’aria aperta. Nel 2017 alcuni medici svizzeri hanno provato a far indossare dei visori per la realtà virtuale ai pazienti in terapia intensiva, e hanno registrato una ripresa più veloce!
Secondo Sid Dobrin, l’autore di “Veicolare la natura: il ruolo della tecnologia nell’educazione ecologica, NdT“, guardare un film o un video lascia lo spettatore in posizione passiva, mentre giocare a un videogame implica una partecipazione attiva. Proprio per questo è più stimolante giocare ad un videogioco che ricrea il luogo che si desidera visitare, piuttosto che guardarne delle foto.
Stare all’aria aperta ha molti benefici, tra i quali abbassare il cortisolo (“l’ormone dello stress”), ridurre la possibilità di malattie e anche di disturbi mentali come la depressione. Proprio per questo è fondamentale trovare una sana alternativa per le persone che non ne hanno la possibilità. E a quanto pare, i videogiochi, lo sono.
Se siete interessati anche agli aspetti più tecnici ecco il link all’articolo completo di National Geographic.
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di Fabio Danei
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