Gamer (@ShutterStock)
Con la crescita esponenziale e il successo del mercato videoludico, molti franchise hanno utilizzato questo “mezzo” come uno strumento efficace di marketing e comunicazione. Questo “canale” permette ai franchise di raggiungere un pubblico ampio e coinvolto, soprattutto tra le generazioni più giovani, creando un legame con il consumatore molto più autentico rispetto le “pubblicità tradizionali”.
Analizziamo e andiamo a vedere le diverse tipologie e tecniche di marketing, che, brand e personal-brand utilizzano per ampliare la loro presenza sui vari mercati grazie ai videogiochi.
L’in-game advertising rappresenta una delle prime modalità di marketing nel mondo dei videogiochi, e consiste nell’integrazione di pubblicità vere e proprie all’interno dell’ambiente di gioco. Questa tecnica include il più delle volte la presenza di marchi o prodotti reali come elementi di gioco, come ad esempio cartelloni pubblicitari, loghi su veicoli, oppure sponsorizzazioni visibili in determinati scenari del gameplay. Un esempio iconico di in-game advertising è stato in FIFA o NBA 2K, dove brand reali come State Farm o Adidas appaiono sui cartelloni a bordo campo. Questo tipo di pubblicità, oltre ad aggiungere realismo al videogioco, rafforza la presenza del brand associandolo a momenti di intrattenimento e passione.
Anziché utilizzare annunci tradizionali, molte aziende preferiscono il product placement. Questo prevede l’inserimento di prodotti o marchi reali all’interno del gioco come parte integrante. In questo modo, il brand diventa un elemento immersivo e organico nel mondo di gioco, in modo inconscio può influenzare e far amare quel determinato brand al giocatore. Questa strategia risulta molto più efficace rispetto ad una banale e spesso odiata interruzione pubblicitaria.
Un esempio di product placement è presente nel videogame Death Stranding, dove possiamo vedere il protagonista consumare Monster Energy, con la lattina chiaramente visibile ed identificabile.
Con la diffusione dei giochi free-to-play, le microtransazioni sono diventate una fonte di guadagno fondamentale per gli sviluppatori. Questo modello ha spianato la strada a nuove strategie di marketing e collaborazioni con brand, che, spingono gli utenti ad acquistare beni virtuali come skin per personalizzare la propria esperienza di gioco. Un esempio famoso è stata la collaborazione tra Fortnite e Jordan, dove furono create Skin ad hoc con l’abbigliamento tipico di questo brand.
Gli sviluppatori spesso organizzano eventi speciali all’interno dei loro giochi, che possono essere sponsorizzati da marchi esterni o risultare da partnership con altri giochi o franchise. Questi eventi possono includere missioni uniche, oggetti collezionabili e personaggi provenienti da altri universi creando un esperienza fresca e accattivante per i giocatori.
Un esempio di Crossover può essere la collaborazione tra Monster Hunter: World e The Witcher 3. In questo evento, i giocatori potevano vestire i panni di Geralt di Rivia e affrontare “cacce” ispirate da questo universo ma mantenendo meccaniche e gameplay di Monster Hunter: World.
In conclusione l’evoluzione del marketing all’interno dei videogiochi ha visto una trasformazione significativa, passando da forme più tradizionali di pubblicità a strategie più integrate e interattive, che sfruttano le caratteristiche uniche dell’esperienza di gioco. Con il continuo avanzamento della tecnologia e l’espansione dell’industria dei videogiochi, ci si può aspettare ancora molto da questo binomio.
Articolo di: Pasquale Scudiero
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