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Verona, scoppia la polemica per le “donne-tavolo”: “cultura misogina e patriarcale”

di Lorenzo Peratoner

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Doveva essere una semplice festa di gala per festeggiare i 75 anni dalla fondazione del Consorzio ZAI, organizzazione volta a favorire lo sviluppo economico di Verona, tuttavia nel giro di neanche un giorno è scoppiata la polemica, dai caratteri anche politici.

Verona: la festa di gala e la lettera

All’interno del sontuoso palazzo della Gran Guardia, i vertici del Consorzio ZAI hanno deciso di far allestire una festa in maschera dai toni particolarmente eccentrici: uomini-farfalla, frak dorati, e chi più ne ha più ne metta; un caleidoscopio di costumi, musica, luci e videoproiezioni. Un piccolo dettaglio, tuttavia, ha calamitato l’attenzione di alcuni elementi della giunta comunale, partecipi della festa; almeno due ragazze, infatti, avrebbe vestito un abito la cui gonna, dalla struttura rigida e a forma di cerchio, fungeva da tavolo su cui poggiare i bicchieri di champagne.

Il consigliere comunale Alberto Battaggia in un post su Facebook ha pubblicato uno screenshot, preso probabilmente da un video social, in cui è possibile vedere la mise di una delle ragazze.

Nel giro di appena venti ore, si genera la polemica. La vicesindaca di Verona, nonché assessora alle Pari opportunità, Barbara Bissoli, ha infatti scritto una lettera diretta al Presidente del Consorzio ZAI, Matteo Gasparato. Nella missiva si legge come, durante la festa, si sia messa in luce quella che viene definita come una “cultura misogina e patriarcale“:

“In occasione dell’evento d’intrattenimento sono state esibite alcune ragazze con una mise che fungeva da tavolino, sulla quale gli ospiti della serata appoggiavano i loro calici […] un’oggettivazione della donna che va ad alimentare una cultura misogina e patriarcale che, con grande impegno, stiamo cercando di eliminare. Una scena irrispettosa alla quale ci auguriamo di non dover mai più assistere, in questa forma o in altre, ed è nostra intenzione istituire un codice di condotta per gli enti collegati al Comune di Verona, nella direzione di tutelare la dignità di tutte e tutti. Nonché di promuovere la cultura del rispetto e la parità di genere in tutte le sue sfaccettature, soprattutto laddove è messa a rischio da atteggiamenti e scelte inadeguate”.

La lettera non lascia molto spazio a interpretazioni: l’abito indossato dalle ragazze è totalmente inappropriato ed espressione di una cultura arroccata sul patriarcato e sul sessismo. Si tratta senz’altro di parole di un certo peso, e una presa di posizione molto probabilmente condivisa da tutta la giunta comunale.

 

La risposta del Consorzio ZAI e il precedente in Gallura

Il Consorzio ZAI, tuttavia, non ha ancora risposto in modo chiaro e ufficiale a questa missiva, nella quale si richiedeva altresì un incontro con Gasparato. Il “Corriere della Sera“, tuttavia, cita delle presunte fonti vicine agli ambienti dell’organizzazione, la quale avrebbe palesato una certa irritazione; alla festa di gala, infatti, avrebbe partecipato la stessa Bissoli, così come molti altri elementi della giunta, e si sarebbe anche complimentata per l’organizzazione dell’evento.

Il comune scaligero, tuttavia, non è il primo ad annoverare un uso strumentale della donna; come ricorda SkyTG24, infatti, in Gallura, in un hotel del Golfo Aranci (Provincia di Sassari), il personale aveva predisposto un tavolo, sopra il quale posava una ragazza ricoperta completamente di cioccolato che fungeva da “vassoio”. In quel caso, tuttavia, l’albergo avanzò prontamente le sue scuseper un avvenimento grave che non rappresenta in alcun modo i suoi valori“.

Fonti: Corriere della Sera, SkyTG24

Crediti immagine in evidenza: @Ansa

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