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Vermiglio è il candidato italiano all’Oscar come miglior film internazionale

di Agostino Lenzi

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Il film che rappresenterà l’Italia agli Oscar come miglior film internazionale sarà “Vermiglio” di Maura Delpero. Il film è una coproduzione tra Cinedora e Rai Cinema ed è anche coprodotto da Charades Production e Versus Production, con la partecipazione di Anonymous Content.

Abbiamo il nuovo candidato italiano agli Oscar

La candidatura agli Oscar è stata scelta come ogni anno da una commissione dell’ANICA ossia l’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali, che è composta da giornalisti, produttori e distributori. La commissione ha detto che il film di Maura Delpero è stato scelto: “Per la sua capacità di raccontare l’Italia rurale del passato, i cui sentimenti e temi vengono resi universali e attuali“.

Il 17 dicembre successivamente i membri dell’Academy (l’associazione che assegna gli Oscar) decideranno una lista di 15 film, dai quali successivamente sceglieranno i 5 finali. L’Academy annuncerà la lista finale il 17 gennaio del 2025 mentre la cerimonia delle statuette d’oro avrà luogo il 2 marzo 2025.

“Vermiglio” batte inaspettatamente Parthenope di Sorrentino

Probabilmente neanche la stessa regista si aspettava di essere scelta come rappresentante dell’Italia agli Oscar, anche se ha affermato di aver cominciato a sperarci quando ha visto che i sondaggi davano il suo film in testa tra i favoriti. La lotta infatti era molto dura poiché nella lista dei 19 lungometraggi proposti per autocandidatura c’era pure Paolo Sorrentino con Parthenope, la sua ultima fatica e anche il favorito per questa scelta. Sorrentino ha già vinto un Oscar internazionale con “La grande bellezza” nel 2014 segnando così l’11 statuetta per il miglior lungometraggio internazionale dell’Italia.

L’acclamato regista napoletano comunque ha lodato la decisione della commissione definendo l’opera della Delpero “un ottimo film“. La regista di Bolzano, molto lusingata, ha mostrato in conferenza stampa la sua determinazione e il suo orgoglio affermando:

“Non dipendo dai giudizi di nessuno. Sono arrivata a fare film tardi e ho un background alle spalle che mi fa tenere i piedi per terra”.

Su Paolo Sorrentino ricorda anche un divertente aneddoto sul loro primo incontro al David:

“L’ho incontrato una volta sola ai David. Ero insieme agli altri candidati per il miglior esordio quando Paolo è passato e ci ha detto ‘Adesso tocca a voi, io mi faccio da parte’. Ovviamente lo spazio è tutto suo, ma con noi è stato gentile”.

Il film “Vermiglio” comunque ha ottenuto il Gran Premio della Giuria alla Mostra del cinema di Venezia trascinando la regista in un turbine di eventi che ora forse la faranno arrivare pure alla serata degli Oscar. Tra le tante vittorie di Vermiglio c’è anche la strategia di distribuzione di Lucky Red, che ha deciso di far uscire il film con il numero limitato di 25 copie per poi aumentare il numero. La strategia si è rivelata funzionante visto che il film ha ottenuto la migliore media per copie del weekend.

La grandezza di “Vermiglio” dove sta?

Il dramma è ambientato verso la fine della Seconda Guerra Mondiale in un villaggio alpino dove arriva un soldato che sconvolge le abitudini di tre sorelle. La giornalista di Variety, Jessica Kiang, ha definito il film:

“silenziosamente mozzafiato che si dipana da minuscoli dettagli tattili di arredi e tessuti (…) in una visione epocale dell’esistenza rurale quotidiana delle Alpi italiane”.

Le scene rappresentano una vita rurale non troppo spinta e molto naturale dove una famiglia vive la sua quotidianità fatta di piccole cose. La macchina da prese spesso coglie tutti i personaggi in momenti di lavoro o riposo e alterna momenti di dura fatica a momenti di svago. Il focus del film però è sulle figlie e sull’incontro con un soldato disertore siciliano di nome Pietro, interpretato da Giuseppe di Domenico, di cui si innamorerà una delle tre figlie ossia Lucia, interpretata da Martina Scrinzi.

Molti altri critici hanno parlato riguardo alla bellezza del film come per esempio Davide Oliviero di “The Hollywood Reporter” che scrive:

“Il film di Maura Delpero è un’opera che esplora in profondità il legame tra memoria, identità e territorio, e lo fa con un linguaggio visivo che si nutre del ritmo naturale delle stagioni. La narrazione si sviluppa attraverso il ciclo della natura: quattro stagioni che scandiscono il tempo di una vita, che segnano le trasformazioni di una ragazza che cresce, di una famiglia che cambia, di una comunità che resiste. In questo arco temporale così denso di significati, Vermiglio racconta una storia di crescita e di perdita, di speranza e di dolore”.

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