Le notizie di questo tipo ricorrono molto spesso, ma questa ha davvero dell’incredibile. Infatti, a Verbania, un postino si fingeva malato, presentando certificati medici, mentre faceva il barista! Non solo, il medico che gli procurava i permessi di “malattia” era cliente dello stesso bar!
I due uomini, ora scoperti dalle autorità, sono agli arresti domiciliari. Per entrambi, diversi sono i capi d’accusa, sicuramente “certificazioni mediche false” e “corruzione“. Per il postino, si potrebbe anche aggiungere la “truffa aggravata ai danni dello Stato“, dato che avrebbe percepito la retribuzione per tutto il periodo di “malattia”.
Le indagini, che come riporta TGCOM24 hanno assunto il nome di “Ricette facili“, sono ora nel loro svolgimento. Secondo gli inquirenti, vi sarebbe un accordo tra i due soggetti: il dottore produceva documenti attestanti patologie non vere; il paziente li presentava per non recarsi al lavoro.
A far sorgere qualche dubbio, oltre all’incredibile durata della malattia, circa due anni, vi era il fatto che l’uomo venisse visto a gestire un bar nella zona di Verbania, in Piemonte. Questo bar è intestato al figlio del postino e veniva frequentato dal medico.
Durante l’interrogatorio di garanzia, svolto dalla Procura di Verbania, il postino si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale, intervistato, ha così spiegato:
“Le certificazioni, sia psichiche sia fisiche, non erano campate in aria. Non solo, la misura degli arresti domiciliari è eccessivamente gravosa e non supportata da elementi che la giustifichino”.
Il medico, invece, ha risposto alle domande sottopostegli, affermando come le patologie del paziente non sarebbero incompatibili con il fatto di uscire di casa.
I due difensori, comunque, hanno avanzato istanza di revoca della misura o almeno l’applicazione di una misura meno restrittiva, ossia l’obbligo di firma. Nel frattempo, rimane la pena degli arresti domiciliari, e il medico è impossibilitato al lavoro negli studi dove esercita la professione, sebbene nei suoi confronti non vi sia alcun provvedimento di sospensione da parte dell’ASL.
E tu cosa ne pensi di questo caso? Avresti una soluzione per ridurre questo tipo di attività? Faccelo sapere con un commento!
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