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Vaticano, nuove regole per i dipendenti: niente piercing, tatuaggi in vista o convivenze

di Francesco Ferri

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Il Vaticano ha emanato nuove regole per i suoi dipendenti. Infatti il 29 giugno è stato pubblicato un nuovo regolamento che detta le regole per i dipendenti laici che lavorano alla Fabbrica di San Pietro.

Nuove regole per i dipendenti del Vaticano

Vietati piercing e tatuaggi in vista. Non si può aderire ad associazioni i cui scopi non sono compatibili con la dottrina della Chiesa e, inoltre, niente convivenze ma solo nozze regolarmente celebrate in chiesa. Le nuove regole si applicheranno ai Sampietrini, quindi le maestranze che si occupano del mantenimento dei diversi luoghi di culto del Vaticano e anche a tutti gli impiegati della Fabbrica di San Pietro. Il regolamento è stato emesso in concomitanza alla Festa dei Santi Pietro e Paolo, anche se si dice fosse in lavorazione già da tempo. Questo in vista del Giubileo del 2025 e per i numerosi scandali che sono avvenuti attorno al Vaticano negli ultimi anni.

Quali sono le regole

Ai lavoratori è richiesto un certo decoro. I sampietrini sono tenuti a curare il loro aspetto esteriore. Quindi: “Nel rispetto del decoro e degli ambienti di lavoro sono banditi tatuaggi a vista della pelle ed elementi di body piercing“. Inoltre dovranno tutelare anche il decoro della propria uniforme. Chi lavorerà con uniforme lacera o sporca incorrerà in sanzioni disciplinari. Vietato inoltre l’utilizzo del telefono e di altre apparecchiature elettroniche “per scopi personali durante il servizio“. Alle persone è poi richiesto un attestato di impegno religioso, morale e civile, rilasciato dal rispettivo parroco, mentre per le persone sposate servirà il certificato di nozze “canonico”. Grande attenzione, poi, al segreto pontificio e alla riservatezza. I dipendenti non potranno più ricevere estranei in ufficio né asportare documenti di alcun genere. Vietato usare timbri e carta intestata o i software pontifici per scopi di natura privata. Se un dipendente dovesse essere trovato a divulgare informazioni sensibili di qualunque genere ci sarà come pena la sospensione o, addirittura, il licenziamento.

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