di Lorenzo Peratoner
Il mondo della letteratura, e non solo, ha depositato nella nostra memoria collettiva una serie di autori, ricordati anche come importanti glottoteti, in primis J.R.R. Tolkien, noto non solo per la maestria nella narrazione, ma anche per la sua straordinaria inventiva e capacità di creare da zero delle nuove lingue; oltre all’autore de “Il Signore degli Anelli“, troviamo Ludwik Lejzer Zamenhof con la lingua dell’esperanto e Marc Okrand, l’inventore del Klingon nella celeberrima saga cinematografica di “Star Trek“. In questa rosa di glottoteti, tuttavia, fa capolino anche un ragazzo di 16 anni, che qualche mese fa ha creato una nuova lingua, il “Valenx“, con tanto di libro dedicato che ne spiega i meccanismi per padroneggiarla.
Valenx: dal sanscrito al giapponese, le varie fonti di ispirazione
Studente al terzo anno di un liceo scientifico a Bagno a Ripoli (Firenze) e con un sogno nel cassetto: studiare all’estero e diventare un fisico. La sua passione per le scienze dure, tuttavia, si unisce a quella per le lingue, come ha dichiarato in un’intervista a Firenze Today:
“Mi piace studiare le lingue e mi sembrava il migliore dei modi per mettere insieme gli studi che ho fatto fino ad ora. Ho iniziato a creare la grammatica poco più di un mese e mezzo fa. Poi mi sono messo a fare il vocabolario e di conseguenza, passo passo, ho modificato la grammatica per adattarla”.
Nel giro di pochi mesi lo studente ha teorizzato tutta la grammatica e fonologia, arrivando a ben 3mila vocaboli. Tutto ciò che ha inventato l’ha scritto in un breve manuale intitolato “Valenx, una nuova lingua“, auto-pubblicato su Amazon. Questa lingua l’ha definita come “molto razionale“, prendendo spunto dalle più disparate lingue del mondo, dal sanscrito fino al giapponese; tuttavia la sua fonte di ispirazione attinge anche dal mondo cinematografico:
“Per struttura della frase e delle relative è simile al giapponese mentre per i sostantivi ricorda il sanscrito e il latino. I verbi sono ispirati a un’altra lingua artificiale, il Klingon”.
La fonetica e i prossimi passi
Il Valenx, stando alle parole del suo ideatore, è una lingua pensata per essere scritta, esprimendo quindi il meglio di sé in un libro, magari in un racconto. La sua natura comunicativa, tuttavia, non impedisce di concretizzarsi in un dialogo orale, avendo pensato in maniera molto dettagliata anche alla fonetica:
“Come suono è abbastanza dolce. Ci sono alcune vocali e consonanti di ispirazione esotica. La sua fonetica ricorda un mix tra giapponese e consonanti semitiche. Diciamo che è una lingua per appassionati di lingue artificiali”.
Questo lavoro, già di per sé meritevole di lode, rappresenta solamente l’inizio di un percorso che, come da lui dichiarato, lo porterà a “inventarne un’altra la prossima estate. Stavolta però sarà piuttosto diversa. Penso di basarmi di più sulle lingue semitiche”.
Fonti: Firenze Today, ANSA
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