Cellulari (@Shutterstock)
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara lancia da Bruxelles una proposta destinata a far discutere: vietare l’uso dei telefoni cellulari a scuola in tutti i Paesi dell’Unione europea, almeno fino ai 14 anni. “Stiamo valutando se sia opportuno estendere il divieto anche oltre questa fascia d’età, come già avviene in alcuni Stati”, ha dichiarato il ministro a margine del Consiglio Ue sull’Istruzione.
Sei Paesi – Austria, Francia, Ungheria, Italia, Slovacchia e Svezia – hanno già aderito alla proposta. Altri quattro – Lituania, Cipro, Grecia e Belgio – hanno espresso l’intenzione di farlo a breve.
Smartphone (@Shutterstock)
“Sono dati drammatici, con un impatto duplice: sullo sviluppo psico-emotivo dei ragazzi e sulla qualità dell’insegnamento”. Così il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara torna a puntare il dito contro l’uso degli smartphone in classe. Secondo il ministro, l’abuso dei dispositivi elettronici compromette la capacità di concentrazione, la memorizzazione e persino lo sviluppo della fantasia, rallentando la crescita psicologica dei più giovani.
Non solo: l’effetto negativo si estenderebbe anche al rendimento scolastico. “Durante il G7 Istruzione di Trieste, lo scorso anno, l’Ocse ha presentato dati che confermano un impatto negativo anche su materie apparentemente meno influenzabili, come la matematica”, ha spiegato Valditara. “La presenza del cellulare in classe favorisce la distrazione e ostacola il raggiungimento di buone performance”.
Oltre al divieto in classe, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara richiama l’attenzione su un problema più ampio: la diffusione precoce degli smartphone tra i giovanissimi e i rischi legati all’uso incontrollato delle nuove tecnologie. “È evidente che la scuola può vietarne l’utilizzo – osserva – ma il cellulare continua a circolare e, purtroppo, molte famiglie lo mettono nelle mani di bambini anche molto piccoli”.
Una scelta che può rivelarsi pericolosa. Valditara ricorda gli allarmi lanciati più volte dalla polizia postale italiana su fenomeni come la pedopornografia, i giochi violenti e le sfide estreme diffuse online, che possono mettere seriamente a rischio la vita dei minori.
Da qui l’appello: “Occorre educare i ragazzi a un uso consapevole degli strumenti digitali e renderli consapevoli dei pericoli che i social possono rappresentare per la loro sicurezza”.
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