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Until Dawn: fino all’alba – la recensione per “sopravvivere alla notte”

In uscita oggi, giovedì 24 aprile 2025, Until Dawn: fino all’alba è l’adattamento del celebre videogioco targato Supermassive Games uscito in esclusiva su PlayStation 4 nel 2015. La pellicola di David F. Sandberg, invero, si distanzia dalla storia del gioco, presentando una trama e un cast inediti. Ma sarà riuscita a incarnare lo stesso lo spirito dell’opera originale?

Un loop letale nel cuore degli Stati Uniti

Until Dawn: fino all’alba prende le distanze dai fatti dello chalet di Alberta, Canada, per raccontare la storia di Clover (Ella Rubin) e del suo gruppo di amici, che a un anno dalla scomparsa di sua sorella (Maia Mitchell) ne ripercorrono le ultime tappe prima della sparizione. I ragazzi finiscono tuttavia nei pressi di una misteriosa abitazione nel cuore degli Stati Uniti, che presto li intrappola in un loop letale.

L’incipit narrativo non è dei più originali, è vero, ma la formula del loop funziona molto bene, incarnando lo spirito del videogioco, la sua rigiocabilità e la possibilità di compiere delle scelte sempre diverse. Per sopravvivere, di fatto, i protagonisti devono sopravvivere alla notte, restando vivi appunto fino all’alba. Ogni volta che l’intero gruppo muore, tuttavia, si “risvegliano” nella casa, pronti ad affrontare un altro loop. Ma quante notti hanno a disposizione per arrivare sani e salvi all’alba? Ogni notte infatti sembra essere peggio della precedente, con i cinque amici che progressivamente sembrano dimenticarsi da quanto tempo si trovano nella casa.

Nonostante le differenze di trama con Until Dawn siano evidenti, la pellicola trasmette molto bene le sensazioni del gioco, offrendo anche dei divertenti easter egg per gli appassionati. Su tutti, il collegamento più diretto ed esplicito è rappresentato sicuramente dal personaggio del dottor Hill, interpretato ancora una volta dall’ottimo Peter Stormare.

Non tutto comunque ci ha convinto a pieno della storia. Un elemento che ci ha fatto un po’ storcere il naso è lo spirito un po’ troppo altruista del gruppo di amici. Avremmo preferito infatti un maggiore egoismo di alcuni personaggi, soprattutto nelle sequenze più concitate, che rispecchiasse un po’ quel senso di “sopravvivenza a tutti i costi” tipico del videogioco.

Fino all’alba

Come detto, Sandberg e la sua troupe sono riusciti nell’arduo compito di trasmettere le sensazioni e le atmosfere tipiche di Until Dawn. Oltre alla dinamica del loop temporale, il film riesce per tutti i 103 minuti necessari ad arrivare ai titoli di coda a creare un’eccezionale atmosfera di tensione. La suspense è ben costruita e mai banale, con un sapiente uso dei jumpscare (mai eccessivi e sempre ben calibrati) e del sound design. È proprio il suono a rendere memorabili alcune scene, soprattutto grazie all’utilizzo del silenzio, che riesce ad aumentare notevolmente la sensazione di paura dello spettatore.

Molto buona anche la gestione delle dinamiche gore e splatter, ben dosate e coerenti con il contesto generale. Menzione d’onore, infine, per una nota di umorismo sadico che riesce a spezzare alcuni momenti di ansia e stress dei personaggi. In questo ha svolto un ruolo centrale, oltre alla buona scrittura della sceneggiatura, l’interpretazione del cast. Allontanandosi anche qui dai nomi altisonanti presenti nel videogioco (come Rami Malek, Jordan Fisher, Hayden Panettiere e Larry Fessenden), Until Dawn: fino all’alba punta su un cast di giovani attori con poche pellicole all’attivo, con cui comunque lo spettatore riesce a empatizzare fin dai primi minuti.

Insomma, il film di Until Dawn ci è piaciuto. Sandberg ha diretto una pellicola sorprendentemente fedele al materiale originale, catturando molto bene le atmosfere e le sensazioni del videogioco. La dinamica del loop rende molto interessante la progressione e lo sviluppo narrativo, risultando accattivante sia per gli appassionati del lavoro di Supermassive che per chi non conosce l’esclusiva PlayStation.

PRO:

  • La dinamica del loop temporale incarna bene l’anima del videogioco;
  • Ottima costruzione della suspense;
  • Elementi gore e splatter;
  • Umorismo sadico capace di spezzare alcuni momenti di tensione:
  • Riferimenti e easter egg al videogioco.

CONTRO:

  • Incipit narrativo non proprio originale;
  • Altruismo quasi eccessivo di alcuni personaggi.

VOTO: 7

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Riccardo Rizzo

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