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Una Battaglia dopo l’altra: miglior film del 2025? La recensione

di Redazione Network NCI

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È arrivato nelle sale il film tanto atteso di Paul Thomas Anderson con un cast d’eccezione che include Leonardo DiCaprio e Sean Penn.
“Una battaglia dopo l’altra”, tratto dal romanzo Vineland di Thomas Pynchon, racconta la storia di Bob Ferguson/Pat Calhoun, ex militante rivoluzionario ritiratosi sotto falso nome, costretto a tornare in azione quando la figlia Willa viene rapita da un colonnello suprematista bianco. Per salvarla, raduna i vecchi compagni del movimento, affrontando insieme il ritorno del proprio passato e la lotta contro l’estremismo razzista.

Una battaglia per la libertà: una pellicola sorprendente

Quando si vede Leonardo DiCaprio nel cast di un film le aspettative sono già altissime. Ma possiamo dire con certezza che il vero fenomeno di questo lungometraggio ha un nome ben preciso: Paul Thomas Anderson.

Il regista statunitense ha realizzato uno spettacolo raro da vedere al cinema. La sua regia, l’uso dei piani sequenza e la precisione delle inquadrature creano un coinvolgimento totale. La sceneggiatura alterna momenti politici, familiari e ironici senza mai scadere nella retorica. Le musiche di Jonny Greenwood, intense e mai invadenti, amplificano l’impatto visivo ed emotivo di ogni scena.

Il finale è un vero colpo da maestro: Anderson utilizza inquadrature particolari che non si limitano a mostrare l’azione, ma ti trascinano al suo interno. Lo spettatore ha la sensazione di essere parte del film, immerso in una scena che diventa quasi reale.

Una Battaglia dopo l'altra

 

La pellicola mette in gioco la rivoluzione, la libertà che ogni essere umano desidera e il peso degli ideali che resistono al tempo, anche quando sembrano ormai logorati. Non si tratta solo di una lotta personale, ma di un discorso collettivo che abbraccia intere generazioni e i conflitti che ancora oggi dividono la società. Anderson affronta con decisione temi come il razzismo, la resistenza e il fascismo, raccontandoli in modo diretto, senza mai banalizzare né drammatizzare oltre misura, ma restituendo un ritratto lucido e sorprendentemente attuale.

Nonostante la durata importante, ben 2h e 50 minuti, il film riesce a tenere sempre alta l’attenzione. L’alternanza tra momenti di tensione e brevi spunti comici è calibrata con intelligenza, così che lo spettatore non avverte mai un calo di ritmo. La narrazione scorre senza cedimenti e gli occhi restano incollati allo schermo dall’inizio alla fine, con la sensazione di assistere a un’esperienza unica e totalizzante.

A completare l’opera ci sono interpretazioni che lasciano davvero il segno e che danno sostanza a tutto ciò che Anderson mette in scena. Leonardo DiCaprio costruisce un Pat Calhoun intenso e stratificato: un personaggio che parte con l’eroismo tipico di chi crede fermamente nei propri ideali, ma che progressivamente vede incrinarsi le proprie certezze fino a rivelare fragilità e contraddizioni umane.

Sean Penn, invece, è semplicemente devastante nel ruolo del colonnello Steven J. Lockjaw. La sua interpretazione è disturbante e corrosiva, ma al tempo stesso caricata di una satira feroce che rende il personaggio ancora più inquietante. Penn riesce a incarnare un antagonista credibile e spaventoso. Accanto a loro brillano anche Regina Hall, Benicio del Toro e Teyana Taylor, che danno solidità al lato corale del film.

Pro e Contro

Pro

Regia: Anderson dimostra padronanza assoluta, con piani sequenza e inquadrature che trasmettono coinvolgimento totale.

Cast: interpretazioni intense e credibili, con DiCaprio e Penn in grande forma.

Sceneggiatura: solida e ben bilanciata, capace di intrecciare politica, famiglia e ironia senza sbavature.

Musiche: la colonna sonora di Jonny Greenwood accompagna e amplifica ogni scena in modo magistrale.

Contro

Aspetti meno convincenti: Anche se il film non è mai noioso, ci sono dei passaggi che risultano ridondanti o leggermente meno efficaci.

Insomma, un film che va assolutamente visto, sia per la densità dei temi sia per la qualità tecnica. Anderson compie un lavoro straordinario sia sul piano narrativo che su quello visivo, e il cast conferma tutto il suo valore. Secondo noi potrebbe candidarsi senza problemi come film dell’anno.
Sarà troppo? Forse, ma intanto il consiglio è semplice: andate al cinema e non perdetevelo.

“Sai cos’è la libertà? Non avere paura”.

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Voto: 9

Articolo di Damiano Longo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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