di Denieli Freitas Nogueira
Si chiama Argolandia ed è stata individuata grazie a delle anomalie magnetiche nella piana abissale di Argo, al largo dell’Australia nordoccidentale. Si stima che il continente si sia staccato nel Tardo Giurassico (155 Milioni di anni fa), spostandosi poi verso l’Asia meridionale. Le ricerche dei geologi dell’Università di Utrecht, Paesi Bassi, hanno determinato che i resti di Argolandia potrebbero essere nascosti sotto l’Indonesia e il Myanmar. I risultati degli studi sono stati pubblicati sulla rivista Gondwana Research.
Argolandia: una frammentazione lunga 300 milioni di anni
Non è la prima volta che questo continente diventa oggetto di studio. Anni fa si era ipotizzato che Argolandia fosse solo un frammento di continente, lungo circa 5.000 chilometri. I primi studi sono stati fatti in base al vuoto che questo frammento ha lasciato dietro di sé (ossia, il fondale marino). Nella piana abissale di Argo, però, si sono trovati frammenti molto più piccoli delle dimensioni ipotizzate in principio, e circondati da bacini oceanici risalenti a 205 milioni di anni fa, quindi molto più antichi dei frammenti ritrovati. La nuova ipotesi è che questi si siano allontanati dall’Australia ben prima di quanto si pensasse!
Dopo sette anni di ricerche, i geologi sono arrivati ad una conclusione: Argolandia non si è divisa nettamente in pezzi più piccoli, ma si è rotta in tanti frammenti diversi, ostacolando la comprensione del suo viaggio. I geologi sono quindi riusciti a dimostrare grazie ad un software che Argolandia era già un arcipelago 155 milioni di anni fa, e che probabilmente, la sua frammentazione è iniziata 300 milioni di anni fa.
Per rimanere sempre aggiornati su tutte le novità dal mondo, continuate a seguire Nasce, Cresce, Ignora!
Potrebbero interessarvi anche:
- LO SAPEVI CHE? – Esiste un continente sommerso: Zealandia!
- Scienza, in futuro potremo vivere fino a…20.000 anni?
- Scienza, Italia ufficialmente candidata per ospitare l’Einstein Telescope
- Universo: osservato il tempo primordiale come predetto da Einstein
© RIPRODUZIONE RISERVATA