Attualità

Troppo veloce per essere una donna: atleta viene squalificata

Durante il Turkey Trot, la  famosa atleta di livello nazionale, Tori Gerlach, si impone sulle avversarie distaccandole nettamente. Ma al momento della premiazione viene squalificata per un motivo assurdo: è troppo brava… per essere donna.

Troppo veloce, squalificata

Il Turkey Trot è una gara nazionale che si tiene negli Stati Uniti, precisamente a Phoenix, in Arizona, in occasione del giorno del ringraziamento. È proprio in questo evento che la famosa atleta 27enne, mezzofondista di livello nazionale, Tori Gerlach, si rende protagonista di una gara di altissimo livello, durante la quale distacca nettamente le sue avversarie. La Gerlach, infatti, percorre i 5 chilometri previsti dalla gara in 16 minuti e 19 secondi, un tempo record, che le permette di piazzarsi al quinto posto della classifica generale, comprensiva anche di atleti maschi, e prima tra le donne. Per colpa di questo grande risultato, però, l’atleta insospettisce la giuria che, invece di premiarla, decide incredibilmente di squalificarla.

La squalifica

Nonostante la Gerlach sia la campionessa statale della Pennsylvania e detenga un record personale di 15 minuti e 55 secondi sui 5 chilometri (nettamente inferiore a quanto fatto nella Turkey Trot), questo non è bastato per non destare sospetti nella mente dei giudici. Al momento della premiazione, infatti, gli stessi hanno deciso di non far salire l’atleta sul podio, con grande sorpresa tra i presenti. Tori Gerlach, andata a chiedere spiegazioni sul motivo di tale decisione, apprende dai giudici di essere stata squalificata. Motivo? È troppo veloce per essere una donna! Ma questa triste rivelazione non è bastata per far perdere la calma all’atleta.

Il caso, divenuto di pubblico dominio, ha avuto un forte impatto mediatico. È stato solo allora che giudici e organizzatori hanno deciso di rimediare consegnando il premio a posteriori e porgendo le proprie scuse all’atleta. La Gerlach, infine, ha commentato così l’accaduto: “Non si tratta di ricevere o meno un trofeo, ma di una questione di principio. Questi atteggiamenti retrogradi nei confronti delle donne non dovrebbero più esistere”.

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di Antonio Stiuso

Redazione NCI

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