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Tragedia in Birmania: militari compiono strage in una scuola

di Francesco Ferri

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In Birmania, più precisamente nella regione del Sagaing, si è consumata una strage. Alcuni elicotteri della giunta militare hanno aperto il fuoco contro la scuola di un villaggio uccidendo almeno 13 persone tra cui diversi bambini. Secondo le diverse informazioni i militari avrebbero attaccato la scuola nel tentativo di stanare i ribelli presenti in quell’area. L’attacco è avvenuto nella giornata di venerdì e si tratterebbe dell’attacco a una scuola con il più alto numero di vittime da quando i militari hanno estromesso il governo regolarmente eletto nel febbraio 2021.

La strage

Secondo le testimonianze della preside della scuola, come riportato da Il Corriere della Sera, gli studenti si stavano spostando in un nascondiglio sicuro quando l’attacco è iniziato. Due elicotteri da battaglia MI-35 che stavano sorvolando il villaggio di Let Yet Kone, dov’è avvenuta la tragedia, hanno aperto il fuoco contro la scuola. Secondo le testimonianza hanno utilizzato sia le mitragliatrici che le armi più pesanti a loro disposizione. Oltre a questo primo attacco alcuni militari avrebbero fatto poi il loro ingresso nell’edificio, aprendo nuovamente il fuoco nelle diverse aule.

Le violenze dei militari in seguito al golpe

Non è sicuramente il primo caso di violenza registrata nel paese in seguito al golpe del febbraio 2021 che ha deposto il governo di Aung San Suu Kyi. Le Nazioni Unite hanno documentato circa 260 attacchi a scuole e personale educativo, oltre a violenze di vario genere nei confronti della popolazione. Oltre a ciò i media di stato birmani difendono l’assalto alla scuola, sostenendo che fosse un nascondiglio di ribelli. Le morti fra i civili secondo loro sarebbe causa degli stessi combattenti ribelli che avrebbero utilizzato le persone come scudi umani negli scontri a fuoco. Secondo l’UNICEF oltre alle persone uccise ci sarebbero 15 studenti attualmente scomparsi.

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