I Mondiali 2022 in Qatar sono alle porte e dopo quattro anni, torna finalmente la competizione per Nazioni più importante al mondo. Così come nella scorsa edizione in Russia, vinta dalla Francia nel 2018, l’Italia sarà spettatrice del torneo, non avendo raggiunto la qualificazione; gli Azzurri potranno dunque sfoggiare la maglia targata Adidas con il nuovo logo, solo nel 2023.
Quindi, nonostante la Nazionale di Roberto Mancini non volerà in Qatar, noi di NCC abbiamo pensato di andare a cercare le sei migliori maglie indossate dalla Selezione Italiana ai Mondiali e complici di grandi successi, ma anche di dolorose sconfitte.
La maglia dei Mondiali in Argentina del 1978 era firmata da Adidas: l’accordo con la federazione terminò però appena dopo il Campionato del Mondo, con Le Coq Sportif che ne prese il posto per gli anni successivi. La divisa realizzata per Rossi e compagni era molto semplice nei colori (completamente azzurra) ma interessante nei dettagli; per l’ultima volta era infatti presente il colletto girocollo, mentre per la prima volta, i numeri erano formati da due linee appaiate. Sino al 1976, i numeri sulle maglie degli Azzurri erano “pieni”, con le divise dunque prive di questo elemento moderno di design.
L’avventura della Nazionale ai Mondiali 1978 terminò al quarto posto, con la sconfitta nella finalina subita contro Brasile. Il titolo andò invece ai padroni di casa dell’Argentina, che sconfissero in finale i Paesi Bassi.
La maglia azzurra introdotta prima dei Mondiali del 1986 è rimasta invariata sino all’edizione del 1990. Oltre al consueto azzurro, spiccava la ripetuta presenza del tricolore, che spiccava sui bordi delle maniche e sul colletto. A differenza delle precedenti divise della Nazionale, questa presentava il nuovo logo della FIGC, la scritta “ITALIA” e la bandiera, accompagnate da tre stelline color oro, che simboleggiavano i tre successi Mondiali ottenuti fino ad allora.
I tornei in cui fu utilizzata non portarono titoli alla Nazionale: nel 1986 gli Azzurri si presentavano da detentori del titolo ma non riuscirono a superare l’ostacolo Francia agli ottavi di finale. Discorso diverso nel 1990, edizione casalinga dei Mondiali, in cui la Nazionale si spinse sino alle semifinali, salvo arrendersi all’Argentina di Diego Armando Maradona. Nel mezzo la maglia fu utilizzata anche negli Europei del 1988, in cui l’Italia perse in semifinale contro l’Unione Sovietica.
È vero, l’edizione del 1994 resterà impressa nella memoria soprattutto per il rigore di Baggio, che condannò definitivamente l’Italia nella finale contro il Brasile. Nonostante la grande delusione però, i Mondiali statunitensi ci hanno lasciato una delle maglie più belle della Nazionale. Il nuovo logo, introdotto nel 1991, rappresentava un netto cambio di marcia rispetto ai precedenti, grazie ad una forma piuttosto particolare: una specie di I stilizzata con un grande puntino azzurro in alto a sinistra. Il logo, inoltre, era riportato non solo sul lato sinistro della maglia, come solito, ma anche in serigrafia sul resto della divisa.
Nel 1995 la FIGC strinse un accordo con Nike per la realizzazione delle maglie della Nazionale, e l’ultima divisa realizzata dal colosso statunitense fu quella per i Mondiali in Francia del 1998. Un’edizione piuttosto sfortunata per gli Azzurri, che andarono ad un passo dall’eliminare i padroni di casa ai quarti di finale. Anche in quel caso però, furono i rigori a infrangere i sogni della Nazionale, con l’errore decisivo di Gigi Di Biagio. La maglia presentava dei bordini bianchi, sia sulle maniche che sul colletto; dettaglio particolare della divisa era la sua lucidità, che la faceva sembrare estremamente leggera.
L’ultimo successo iridato della Nazionale risale all’edizione del 2006, in Germania. Gli Azzurri, vincitori in finale ai danni della Francia, sfoggiarono in quel torneo una maglia rivoluzionaria, targata Puma. La colorazione più scura, con un accenno di blu navy ai lati del petto, destò inizialmente scalpore; il successo degli uomini di Lippi fece però svanire ogni polemica, con la casa tedesca che rinnovò il design anche per l’anno successivo. Altra novità nell’abbigliamento della Nazionale ai Mondiali 2006 fu la reintroduzione dell’abbinamento maglia, calzoncini e calzettoni azzurri, molto più frequente da allora.
Dopo il Campionato del Mondo la maglia subì però una piacevole variazione: sul logo della FIGC fu aggiunta una quarta stella, a testimonianza del nuovo titolo vinto dagli Azzurri, il primo dal 1982. E chissà tra quanto tempo verrà aggiunta la quinta stella…
Sembra strano dirlo ma… i Mondiali del 2014 rappresentano l’ultima edizione che ha visto l’Italia protagonista. Le assenze da Russia 2018 e Qatar 2022 costringeranno quindi i tifosi della Nazionale ad un’attesa minima di 12 anni per rivedere la maglia azzurra nella massima competizione per Nazioni. La divisa dell’edizione brasiliana presentava il logo della FIGC ingrandito rispetto alle versioni precedenti; salta all’occhio anche il particolare dello sponsor tecnico (Puma) rifinito in color oro, sia sul pettorale destro che sulle maniche. Proprio queste ultime inoltre, tornano ad avere i bordini tricolore, assenti sia agli Europei 2012 che ai Mondiali 2010.
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