James Cameron, il regista di “Titanic”, ha dovuto ammetterlo; dopo aver testato la cosiddetta “teoria della zattera” si è (quasi) convinto che in realtà il personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio avrebbe effettivamente potuto salvarsi assieme alla sua amata Rose. L’ha rivelato nello speciale di National Geographic “Titanic: 25 Years Later”, disponibile dal 5 febbraio su Disney+; vi ricordiamo, tra l’altro, che Titanic tornerà al cinema dal prossimo 9 febbraio in occasione del suo 25° anniversario.
Andiamo però a scoprire di più su quanto affermato dal cineasta…
Cameron, celebre per aver diretto tre dei quattro film di maggior incasso di tutti i tempi (tra cui il recente “Avatar – La Via dell’Acqua”, che ha già incassato oltre 2,1 miliardi di dollari), settimane fa aveva deciso di testare in laboratorio la “teoria della zattera”. A spingerlo era il desiderio di far comprendere ai milioni di fan che un lieto fine proprio non avrebbe potuto esserci, e non soltanto perché avrebbe privato la trama della giusta gravitas di cui necessitava, ma perché proprio fisicamente non era possibile.
Nel suddetto speciale di National Geographic (della durata di un’ora circa), Cameron va fino in fondo alla questione, e afferma di essere “qui per scoprire una volta per tutte se Jack avrebbe potuto sopravvivere all’affondamento del Titanic“, ricreando la sequenza della zattera con due stuntman in “un ambiente di laboratorio controllato”.
I due stuntman coinvolti dimostrano di riuscire a stare sulla zattera, anche se soltanto la parte superiore del corpo rimane all’asciutto, mentre le gambe restano immerse nell’acqua gelida; in questo caso i due protagonisti sarebbero quindi probabilmente morti congelati. Cameron decide allora di farli inginocchiare sulla zattera, in modo da non immergere nessun arto e nessuna parte del corpo in acqua (e per far sì che condividano il rispettivo calore corporeo); anche in questo caso sembra però non funzionare, perché la zattera si rivela troppo instabile per trattenerli più di qualche minuto.
La coppia di stuntman trova infine una posizione adatta con tutto il corpo sopra la zattera e soltanto la parte inferiore delle gambe sott’acqua; Cameron e il suo team arrivano quindi a ritenere che Jack avrebbe potuto effettivamente sopravvivere alcune ore, in tempo per essere salvato. Tuttavia, il regista ci tiene a precisare che questo “scenario migliore” in cui Jack sopravvive non è altro che pura fantasia, perché l’esperimento non tiene conto di tutto ciò che Jack e Rose hanno dovuto affrontare prima di arrivare alla zattera.
Cameron riferisce quindi le proprie conclusioni, supportato da quanto suggerito da questo piccolo studio portato avanti ad hoc:
“Jack avrebbe potuto sopravvivere, ma ci sono molte variabili. In un esperimento ben illuminato in una piscina di prova non possiamo simulare il terrore, l’adrenalina e tutte le cose contro di loro”.
Gli si può dare torto? Ma soprattutto, nel tempo molti cinefili si sono chiesti se davvero abbia senso alimentare ulteriormente questa inutile e sterile polemica. È giusto pretendere un lieto fine da un’opera di questo tipo, essenzialmente di natura tragica? Il problema non è tanto di natura fisica, ma semmai estetica. E Titanic non è certo un documentario…
Ecco una clip (in lingua originale) del documentario in questione:
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