di Redazione NCI
La testimonianza con cui veniamo a contatto oggi ha dell’incredibile. Sentiamo parlare spesso della pericolosità dei social, dimenticandoci che ogni medaglia ha due facce. Per ogni nato negativo, c’è anche un risvolto positivo. A ricordarcelo è la storia di una ragazza 16enne originaria del North Carolina.
La giovane donna si trovava nella macchina del suo rapitore, James Herbert Brick, un uomo di 61 anni. Non poteva gridare o utilizzare altri mezzi per attirare l’attenzione su di sé senza essere notata dal suo rapitore. Qui entrano in gioco i social, soprattutto Tik Tok.
Tik Tok salvatore involontario: ma in cosa consiste il segnale?
La Canadian Women’s Foundation, durante il lockdown, aveva ideato il “Signal for Help” (segnale di aiuto), in modo da poter aiutare le donne vittime di abusi, che in quel particolare periodo non avrebbero potuto chiamare le forze dell’ordine senza attirare l’attenzione. In questo modo, avrebbero potuto mostrare il segnale a chi consegnava la posta o all’interno di alcune riunioni virtuali. In poco tempo questo “metodo” è stato diffuso sui social, in particolare sulla piattaforma di Tik Tok, che ha ormai raggiunto 1 miliardo di utenti, diventando poi una richiesta d’aiuto universale.
La ragazza ha pensato di utilizzarlo anche nella sua situazione, dato che il gesto consiste nel tenere la mano aperta come per fare un saluto, ma con il pollice attaccato al palmo e le altre dita che si chiudono su di esso, formando un pugno. Per sua fortuna, un automobilista se ne è accorto e ha subito avvertito le autorità. L’uomo in seguito ha tenuto aggiornati gli agenti sui movimenti del rapitore, facendo in modo che organizzassero un posto di blocco che gli ha permesso di procedere con l’arresto.
In seguito, la polizia ha trovato anche delle foto pedopornografiche all’interno dello smartphone posseduto dal 60enne.
Ricordiamo che se siete vittime di violenza, o se dei vostri conoscenti lo sono, di non esitare a chiedere aiuto.
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di Elena Barbieri
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