di Giulia Rutigliano
Finalmente è arrivata sul piccolo schermo “The Good Mothers“. Serie diretta da Julian Jarrold e Elisa Amoruso, e prodotta da House Productions e Wildside. “The Good Mothers” ha vinto il premio “Berlinale Series Award” istituito quest’anno e il primo dedicato alla serialità nella storia del Festival del Cinema di Berlino. Non perdiamo tempo e analizziamo insieme “The Good Mothers“!
“The Good Mothers”: il coraggio delle donne
La serie è tratta dal libro omonimo di Alex Perry. La storia si centra su Denise Cosco, Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce. Queste donne, aiutate dalla PM Anna Colace, sono riuscite ad alzare la testa contro la ‘Ndrangheta. Tutte vittime di un sistema patriarcale estremamente violento, che le costringe a sposare uomini che non amano e a portare in grembo i loro figli fin da giovanissime. Come Denise, figlia di Lea, che ha avuto la forza di combattere il suo stesso padre, Carlo Cosco, presente nella serie.
Già dalle prime scene, la paura è palpabile, a maggior ragione se già si conoscono gli eventi che hanno come protagonista Lea Garofalo, la più “celebre” delle testimoni. Nei primi episodi, seguiamo Denise, figlia di Lea, che a seguito della scomparsa della madre si trova costretta a vivere con il padre. In questa parte gli altri personaggi sembrano quasi marginali, ma piano piano si fanno strada nella storia diventando sempre più importanti e connessi fra loro. Giuseppina prima, Maria Concetta dopo, il tutto con la PM a fare da sottofondo.
La violenza degli uomini
La storia è volutamente narrata dal punto di vista femminile, come ha affermato il regista Julian Jarrold in una recente conferenza stampa. Questo fa sì che qualsiasi tipo di violenza da parte degli uomini non venga in alcun modo glorificata, come spesso accade nei prodotti televisivi che raccontano la mafia. Essendo un’organizzazione patriarcale, la ‘Ndrangheta è ovviamente comandata in ogni suo aspetto dagli uomini, che di conseguenza controllano le loro famiglie. Padri e mariti violenti, spinti dal sistema a comportarsi in un certo modo.
Non tutti sono così però, e ce lo fa capire Carmine Venturino. Carmine è un ragazzo giovane, che dopo una serie di scelte sbagliate si trova a servizio di Cosco, fino ad essere coinvolto nell’omicidio di Lea Garofalo. Sappiamo ad oggi che Venturino si è pentito e che ha confessato la complicità nel delitto per l’amore verso Denise, come da lui affermato durante uno dei processi.
“The Good Mothers”: cosa ne pensiamo
La serie, secondo noi, è un piccolo capolavoro. I temi sono stati trattati in maniera magistrale e con il giusto rispetto che meritano. Gli attori sono tutti perfetti nelle loro interpretazioni, nonostante i personaggi fossero molto difficili da portare in scena. Francesco Colella, Carlo Cosco nella serie, ha affermato di aver faticato parecchio nello svolgere il suo lavoro, essendo la figura di Cosco un uomo così meschino e spietato da uccidere la sua stessa moglie. Micaela Ramazzotti a sua volta, riesce benissimo a portare sullo schermo la malinconia e la rassegnazione di Lea, che ha da subito chiaro il suo destino.
I colori sono freddi e spenti, cosa che ci fa vivere pienamente quell’atmosfera di costante paura che pervade le vite delle protagoniste. Paura per le loro vite, per quelle dei propri figli. La telecamera segue i personaggi molto da vicino, cosa che abbiamo apprezzato, perché permette allo spettatore di capire le emozioni che ognuno di loro prova. La colonna sonora è a sua volta scelta benissimo, a partire dalla sigla di apertura che ci fa ascoltare una ninna nanna in dialetto calabrese che, visto il contesto, fa venire la pelle d’oca.
Conclusioni
Come abbiamo detto “The Good Mothers” è narrato dal punto di vista femminile, ma non per questo si risparmia, essendo una serie drammatica a tutti gli effetti. Le tematiche sono crude e soprattutto vere, in ogni senso. Ovviamente, alcuni eventi e personaggi sono stati creati per facilitare il racconto della storia. Tuttavia, è senza dubbio una serie fatta bene, dalla recitazione alla regia. Se volete scoprire le storie di chi ha avuto il coraggio di testimoniare contro una delle organizzazioni mafiose più pericolose al mondo, allora vi consigliamo di guardarla.
Per quanto riguarda il cast, troviamo Micaela Ramazzotti (Lea Garofalo), Gina Cirace (Denise Cosco), Fancesco Colella (Carlo Cosco), Barbara Chichiarelli (Anna Colace), Valentin Bellè (Giuseppina Pesce), Simona Di Stefano (Maria Concetta Colella) e Andrea Dodero (Carmine Venturino).
Pro
- Colori freddi e spenti, per creare l’atmosfera perfetta;
- Interpretazioni degli attori, soprattutto i più giovani;
- Regia e riprese.
Contro
- Nessuno.
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