di Domenico Scala
Tecnologia – Ormai non sembra neanche far più notizia. Il futuro è già presente e quella che una volta era considerata fantascienza oggi può tranquillamente essere considerata scienza, o tecnologia sperimentale, in questo caso. È notizia recente, infatti, che il pubblico della GAM (Galleria civica d’Arte Moderna e contemporanea) di Torino e di Palazzo Madama potrà sperimentare una visita guidata da un robot, con il quale è anche possibile interagire ponendo domande.
Tecnologia sperimentale al servizio dell’arte
L’esperienza è resa possibile dalla collaborazione tra realtà pubbliche e private che da più di tre anni sperimentano insieme le potenzialità della tecnologia 5G. L’iniziativa, finanziata anche dall’Unione Europea, coinvolge la Città di Torino, Ericsson, TIM, la Fondazione Torino Musei e l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, con il contributo dei partner internazionali Atos e Samsung. Il progetto, avviato nel corso del 2019, ha visto il suo primo contatto con il pubblico dopo una lunga fase di programmazione e sperimentazione a porte chiuse.
“Un’IA evoluta nel contesto museale”
Queste le parole di Anna Follo, Chief Digital Officer della Fondazione Torino Musei e Project Manager delle iniziative di 5G Tours, rilasciate a Tech4future: “Il progetto era per noi e per l’IIT assolutamente inedito in quanto non avevamo mai affrontato un’esperienza che vedeva come protagonista un robot con un’IA così evoluta nel contesto museale, a stretto contatto con il pubblico. Il nostro dipartimento educazione ha dovuto prendere atto dei vincoli e delle potenzialità di R1 [il nome del robot, ndr] in modo da progettare un’esperienza fattibile e sicura nel contesto di un allestimento museale tradizionale come quello della GAM. Con l’IIT c’è stato un continuo rapporto di interscambio, che ci ha portati a scoprire moltissime possibilità durante l’evoluzione del progetto”.
Tra gli aspetti più sorprendenti dell’iniziativa sperimentale avviata dalla GAM e dall’IIT vi è certamente il coinvolgimento di un pubblico di tutte le età che, come esamina Anna Follo, si è ritrovato per la prima volta ad avere a che fare con un vero robot umanoide: “R1 ha subito catturato in maniera incredibile l’attenzione dei bambini, che hanno subito provato una grandissima simpatia nei suoi confronti. Ma anche degli adulti, che si sono resi ben presto conto di non avere a che fare con un giocattolo, ma con un grandissimo concentrato di tecnologia, con cui interagire in maniera decisamente coinvolgente”.
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