Scienziati (@Shutterstock)
Il virus in questione utilizzerebbe lo stesso recettore umano del virus causa del Covid-19. Il team di scienziati è stato guidato dalla virologa Shi Zhengli, molto famosa per i suoi studi sul Coronavirus. La ricerca, però, rivela che il rischio per l’uomo “non dovrebbe essere esagerato” secondo quanto riportato da TGCOM 24.
Il team di scienziati cinesi ha scoperto un nuovo Coronavirus dei pipistrelli che prevede il rischio di trasmissione da animale a uomo. Questo perché utilizzerebbe lo stesso identico recettore umano del virus che causa il Covid-19. Lo studio, guidato da Shi Zhengli, virologa definita la “batwoman” per la sua vasta conoscenza e ricerca sui coronavirus dei pipistrelli, è stato compiuto presso il Guangzhou Laboratory, insieme ad alcuni ricercatori della Guangzhou Academy of Sciences, della Wuhan University e del Wuhan Institute of Virology.
Il legame fra Coronavirus e pipistrelli non è un dato condiviso equamente da tutta la comunità scientifica. Non si è in completo accordo sull’origine del Covid-19 anche se alcuni studi tendono a far pensare ad un collegamento iniziale nei pipistrelli e che il virus sia poi passato all’uomo attraverso un ospite animale intermedio fra le specie. Secondo la virologa Shi l’origine del virus non è assolutamente da ricercare presso l’istituto di Wuhan da cui si speculava potesse essere fuoriuscito il virus.
Questa nuova scoperta è quella del nuovo lignaggio del Coronavirus HKU5, identificato nel pipistrello Merbecovirus che include il virus della MERS. Il virus è in grado di legarsi all’enzima di conversione dell’angiotensina umano, il medesimo recettore utilizzato per causare il Covid-19 dal Coronavirusm per poi infettare le varie cellule. “Segnaliamo la scoperta e l’isolamento di un lignaggio distinto (liganggio 2) di HKU5-CoV, che può utilizzare non solo l’Ace2 del pipistrello, ma anche l’Ace2 umano e vari ortologhi dell’Ace2 dei mammiferi (geni trovati in specie diverse con un’origine comune)“. Così è stato pubblicato dai ricercatori in un articolo sulla rivista “Cell”. Inoltre è stato verificato che, una volta isolato, il virus poteva infettare cellule umane e masse di cellule o tessuti coltivati artificialmente per assomigliare ad organi o apparati umani.
Un dato molto importante, sempre evidenziato nello studio, è il rischio relativamente basso per l’essere umano. Secondo i ricercatori il ceppo HKU5 “potrebbe avere una gamma di ospiti più ampia e un potenziale maggiore di infezione interspecie“. Questo perché la sua efficienza è risultata “significativamente inferiore” rispetto a quella del Covid-19. Ecco perché il “rischio di insorgenza di HKU5-CoV-2 nelle popolazioni umane non dovrebbe essere esagerato“.
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