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Svizzera: arriva Sarco, la macchina per l’eutanasia fai da te

di Enrico Tiberio Romano

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Mentre in molti Paesi, tra cui il nostro, la legislazione rimane ambigua o vieta la pratica, la Svizzera è da anni un riferimento per i pazienti terminali che scelgono di ricorrere all’eutanasia. Dopo anni di sperimentazione così è arrivata anche la macchina per il suicidio assistito.

La “bara fai da te” svizzera

Da anni nel Paese elvetico sta prendendo piede la realtà del Progetto Sarco che “cerca di integrare le nuove tecnologie per rendere la morte elettiva pacifica un diritto di tutti gli adulti razionali”. Sebbene la notizia possa apparire bizzarra in realtà moltissimi pazienti anche in Italia ambiscono a poter accedere a un percorso di morte assistita che ne rispetti la dignità e questa realtà appunto si pone quest’obiettivo.

La nuova macchina che adempie questo scopo è interamente stampata in 3D e in pochi secondi quando attivata dall’interno si riempie d’azoto conducendo ad una morte rapida ed indolore. Un supporto sprigiona azoto liquido che porta velocemente il livello di ossigeno interno dal 21 all’1%, queste condizioni dovrebbero portare ad una morte pacifica addirittura preceduta da uno stato euforico a causa degli alti livelli di azoto spiega l’azienda.

Ovviamente l’arrivo di uno strumento simile non può che generare forti polemiche e sono contrastanti i pareri anche tra gli esperti. Come riporta NZZ Schweiz, un professore di San Gallo ha concluso che l’uso di Sarco non violerebbe alcuna legge poiché non si tratterebbe di un dispositivo medico, e non è quindi stato necessario testarlo prima di poterlo utilizzare in Svizzera.

Per Kerstin Noëlle Vokinger invece, professoressa di diritto e medicina all’Università di Zurigo, la legge svizzera sui dispositivi medici copre anche i dispositivi che servono a modificare uno “stato fisiologico o patologico. Ciò potrebbe includere un dispositivo che uccide una persona“. Per cui sostanzialmente “prima di poter essere utilizzato Sarco dovrebbe essere certificato e monitorato dall’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici o da Swissmedic”.

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