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Svezia: 30 anni di ricerca medica distrutti a causa del malfunzionamento di un congelatore

di Lorenzo Peratoner

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Decenni di ricerca sarebbero andati in fumo a causa di un presunto malfunzionamento del congelatore che conservava dei campioni raccolti nell’arco di 30 anni. Il fatto sarebbe avvenuto tra il 22 e il 23 dicembre in Svezia, nel Karolinska Institutet (KI), vicino a Stoccolma; si tratta di una delle università più importanti al mondo nell’ambito della ricerca medica, nonché l’ateneo che ogni anno decide a chi conferire il premio Nobel per la Medicina.

Svezia: i malfunzionamenti al congelatore e al sistema di allarme

Come descritto dall’Università stessa, questi campioni erano conservati all’interno di un edificio nel campus di Flemingsberg, sede di 19 serbatoi criogenici contenenti campioni, biomateriali e linee cellulari provenienti da vari dipartimenti e frutto del costante e indefesso impegno di 30 anni di ricerca. Questi serbatoi devono mantenere una temperatura costante di – 190°C mediante riempimento automatico di azoto liquido, proveniente da un serbatoio di stoccaggio esterno.

Il fatto, tuttavia, è che la sera del 22 dicembre questo processo automatico non scatta. Questo evento, tuttavia, non rappresenterebbe di per sé un problema, perché i serbatoi possono mantenere una temperatura bassa in maniera autonoma per 96 ore; inoltre, non appena il flusso di azoto cessa, un sistema automatico invia ai proprietari del materiale conservato un’e-mail e un SMS per avvisarli. In quella fatidica sera, tuttavia, nulla di tutto questo ha funzionato.

Elisabeth Raschperger, ricercatrice e responsabile di laboratorio, ha affermato:

” [..] un malfunzionamento della centralina di allarme ha fatto sì che gli avvisi non funzionassero correttamente. L’e-mail ha raggiunto i destinatari, ma i testi sono rimasti bloccati nel server e non sono mai arrivati”. 

I campioni di ricerca sono rimasti pertanto senza azoto liquido per più di 96 ore, determinando una perdita di proporzioni enormi. Il team di assistenza, infatti, ha scoperto la falla solamente cinque giorni dopo (bisogna infatti sottolineare che si trattava della vigilia di Natale); tuttavia, sulle cause del problema aleggia ancora il mistero:

“Le aziende hanno esaminato ogni parte del sistema e non hanno trovato difetti o indicazioni che qualche apparecchio fosse difettoso o rotto, ad eccezione dell’allarme SMS. Abbiamo anche esaminato il registro operativo del serbatoio di azoto esterno per ottobre, novembre e dicembre e il sistema di riempimento ha funzionato perfettamente.”

La perdita materiale e l’indagine sulle cause

I dipartimenti colpiti sarebbero numerosi, a partire da quello di medicina, ma i danni si sarebbero estesi anche a quello di bioscienze e nutrizione. Petter Höglund , direttore del dipartimento di medicina, ha affermato:

“I gruppi di ricerca interessati sono ora al lavoro per fare il punto sull’entità delle perdite. Le analisi effettuate finora parlano chiaro: il malfunzionamento avrà conseguenze di vasta portata per la ricerca del dipartimento nelle aree interessate”.

Molti dei campioni, inoltre, erano finalizzati per compiere ricerca sulla leucemia; tuttavia questa perdita non influenzerà i pazienti ricoverati nell’ospedale dell’istituto, i quali continueranno a ricevere le cure.

Il focus dell’università è attualmente rivolto alla ricerca delle cause di questo gravissimo malfunzionamento, con lo scopo di evitare un suo ripetersi; per questo motivo, avvalendosi sia di esperti interni che esterni, l’istituto di ricerca si sta attrezzando per sviluppare un sistema più solido e sostenibile per il prossimo futuro. Inoltre, a collaborare nell’inchiesta è stato richiesto l’intervento della Polizia.

L’ipotesi di sabotaggio, tuttavia, non sarebbe presa in considerazione, come sostenuto da Raschperger: “Vorrei sottolineare che al momento non ci sono indicazioni di questo tipo e invito tutti ad attendere le conclusioni degli esperti“. In merito alla perdita monetaria, invece, non ci sono dei dati ufficiali, ma sicuramente si sta parlando di milioni di euro (forse decine) di campioni di ricerca andati in fumo, almeno secondo quanto dichiarato dalla Polizia.

Fonti: Karolinska Institute; Guardian

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