di Giorgio Stanga
E se per iscriversi a un nuovo social iniziasse ad essere necessario l’utilizzo di una carta d’identità? È questa la proposta fatta da Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Un problema che si ripropone
La proposta prende in qualche modo spunto dal discorso di fine anno di Mattarella; in particolare, dal richiamo del Capo dello Stato a un uso civile degli strumenti in rete. Antoniozzi afferma:
“Alle tante persone vittime di insulti di ogni genere sui social ci impone una legge che sanzioni gli haters. Non solo personaggi famosi, come la presidente Meloni, Liliana Segre, Giorgio Napolitano o Fedez e la Ferragni, sono state oggetto di insulti volgari e di minacce di ogni genere, ma anche persone normali. Il Parlamento deve raccogliere l’invito di Mattarella e, insieme alla legislazione europea, chiedere ai social l’accesso con carta di identità. Su questo coinvolgeremo anche i nostri europarlamentari di Ecr”.
Proposta che arriva anche, come segnalato da Open, a seguito degli insulti arrecati a Chiara Ferragni, vista la situazione che l’ha vista coinvolta prima con i panettoni e poi con le uova di Pasqua.
Il problema degli “haters“, o comunque dei cosiddetti “leoni da tastiera“, è un problema che viene discusso da anni, con scarsi risultati. Infatti, da un lato c’è chi propone regole più severe per l’accesso ai social. Dall’altro lato, però, c’è chi sostiene come queste regole più severe, possano in qualche modo limitare la libertà di espressione, costituzionalmente garantita. Una libertà d’espressione che però non può trascendere in comportamenti che fuori dallo stesso social costituiscono reato.
La prima ad impegnarsi per cercare una soluzione, fu Laura Boldrini nel 2016. L’allora Presidente della Camera, nel suddetto anno, cominciò a pubblicare i nomi di chi la insultava sui social network e ad avviare una serie di incontri con i rappresentanti delle piattaforme. Il secondo fu invece Luigi Barattin, deputato di Italia Viva, che, nel 2019, annunciava una proposta di legge per rendere obbligatorio il deposito di un documento di identità per registrarsi ai social. Già all’epoca, però, le polemiche sui dubbi relativi a privacy e applicabilità di quella legge, fecero arenare il progetto.
Non l’unica proposta di legge
Rispetto agli anni su cui si è appena discusso, gli anni attuali prevedono policy social molto più severe, e più completa è la collaborazione con le autorità. Non solo, c’è anche un controllo sempre più capillare da parte dei fact checker indipendenti, che portano alla censura di dati fuorvianti relativi a notizie e profili.
Nonostante ciò, in Parlamento, un’altra proposta di legge è attualmente depositata. Trattasi di quella presentata dal Senatore Dario Parrini, membro del Partito Democratico, che introdurrebbe “un obbligo per i grandi editori del mondo di acquisire e tutelare l’identità digitale degli utenti“. La proposta di Antoniozzi, però, sembra voler essere più incisiva, Proposta che però resta tale, in attesa di eventuale approvazione da parte delle Camere.
E tu cosa ne pensi? Saresti d’accordo su una manovra del genere? Oppure, così come descritta, sarebbe una violazione alla libertà personale delle singole persone che vogliano accedere? Faccelo sapere con un commento!
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