Siamo finalmente giunti al termine di questa lunghissima e inarrestabile attesa. L’ultima stagione di Stranger Things è arrivata, portando con sé paura, nostalgia e quell’adrenalina che ci accompagna sin dal primo episodio.
Hawkins è a pezzi. Vecna è stato sconfitto… ma non ucciso. Il suo piano, però, ha funzionato: aprire quattro varchi per unire il Sottosopra al mondo reale. Max è morta per alcuni secondi dopo essere stata catturata mentalmente e fisicamente da Vecna: ossa spezzate, occhi sanguinanti. Undici è riuscita a riportarla in vita, ma Max è rimasta in coma, intrappolata in un limbo mentale dove l’influenza di Vecna sembra ancora presente. Eddie Munson, diventato l’eroe inatteso della stagione, si è sacrificato nel Sottosopra per proteggere Dustin e gli altri.
Nel frattempo, Hopper è finalmente tornato a casa dopo mesi di prigionia in Russia, ricongiungendosi con Joyce in una scena carica di emozione. Ma il loro ritorno coincide con il peggioramento della situazione a Hawkins. Il Sottosopra sta invadendo il mondo reale: distese bruciate, spore nell’aria, morte che avanza. I ragazzi osservano tutto, consapevoli che la battaglia finale li attende. Vecna è ancora vivo. E il suo piano non è finito.
Il debutto di questa quinta e ultima stagione è stato imponente, al punto da mandare in crash i server di Netflix: alle 02:00 italiane milioni di persone erano già collegate. Sono tornati. Undici e i suoi compagni tornano a combattere Vecna. E lo fanno in modo egregio — almeno finora. I personaggi affrontano tutto in prima persona: non sono più bambini, non si nascondono, sono maturi e pronti a combattere il male.
Le prime quattro puntate ripercorrono passo dopo passo tutto ciò che è accaduto. Il ritmo cresce lentamente, ma in modo costante, fino a un episodio finale che chiude questa prima parte con un momento spettacolare e travolgente, un quarto episodio che rappresenta il vertice qualitativo di questo primo rilascio.
Il livello narrativo è altissimo: ci si addentra nei legami che uniscono le storie ancora aperte, ogni personaggio è trattato con cura, senza che nessuno venga lasciato ai margini. Un cerchio pieno di punti da collegare, che i fratelli Duffer ricompongono con una regia quasi impeccabile, preparandoci alle fondamenta dell’atto finale. Alcuni sviluppi sono prevedibili, riesci a intuire dove si andrà a parare… ma non sempre, perché i colpi di scena ci sono eccome.
Gli omaggi, gli easter egg e i riferimenti agli anni ’80 arricchiscono l’atmosfera senza risultare invadenti, mentre i dialoghi, spesso punteggiati da metafore tipiche del decennio, funzionano alla perfezione. La CGI alterna momenti eccellenti ad altri meno convincenti, ma nel complesso contribuisce a sostenere la spettacolarità della messa in scena. Ottima anche l’ironia, dosata con intelligenza.
Un hype immenso, sostenuto da anni di aspettative, che viene pienamente ricambiato da una narrazione solida, una regia audace e un cast in stato di grazia. Se questa è solo la metà del viaggio, il finale potrebbe davvero riscrivere la storia del franchise.
La tempesta è all’orizzonte. Ora dobbiamo solo aspettare che arrivi. Appuntamento al 26 dicembre!
Voi l’avete vista? Cosa ne pensate?
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