fbpx Stephen King: analisi dei suoi adattamenti
Cinema & Serie TV

Stephen King: analisi dei suoi adattamenti

di Redazione NCI

Condividi con chi vuoi

Il nome di Stephen King è impossibile da ignorare: lo scrittore, con la sua vasta produzione, è famoso in tutto il mondo. Sebbene sia considerato il maestro dell’horror per eccellenza, alcune delle sue opere più straordinarie si allontanano dal genere, concentrandosi sulle tragedie familiari e sulla complessità dell’animo umano, pur mantenendo un tocco di soprannaturale. Ma oggi non siamo qui per parlare delle sue opere… almeno non direttamente.

La maggior parte degli adattamenti delle opere di King sono deludenti?

Siamo infatti qui per parlare degli adattamenti cinematografici delle opere di King, incluse anche le opere televisive.

Infatti, per quanto ovviamente si possa dibattere per i gusti personali, è abbastanza inconfutabile che molte delle opere tratte dai libri di King lascino a desiderare. Che possa essere per problemi di adattabilità, per problemi di scelta delle opere magari meno riuscite dell’autore, o per problemi di “stile” dell’adattamento, molte opere finiscono per lasciare lo spettatore poco impressionato.

Lo stesso Stephen King è spesso stato drastico nei giudizi sugli adattamenti delle sue opere. I principali problemi che ha evidenziato riguardano le modifiche alla trama, un’esecuzione povera e insufficiente (che impedisce al pubblico di empatizzare con i personaggi) e le censure applicate per rendere alcuni film più accessibili a determinate fasce di spettatori. In particolare, quest’ultima scelta, dal suo punto di vista, snatura le sue opere, poiché molte delle sue storie sono pensate per colpire e impressionare il pubblico.

Quando il pubblico apprezza i cambiamenti: il caso Shining

Non sempre tuttavia per pubblico e critica i cambiamenti alle sue opere sono necessariamente negativi. Un esempio recente può essere il film Black Phone, diretto da Scott Derrickson con Ethan Hawke come villain. In quel film, il numero di spettri con cui il protagonista può interagire sono diversi, mentre nel libro è soltanto uno.

Ma l’esempio principe di questa linea di pensiero lo troviamo in Shining. Forse il film più famoso, il lungometraggio di Kubrick presenta molteplici cambiamenti rispetto al libro originale. Generalmente, i cambiamenti effettuati sono legati alla chiave spirituale (gli spiriti nel libro sono molto più presenti, sul finale la loro esistenza è inequivocabile) e sulla caratterizzazione dei protagonisti. Nel film infatti il rapporto tra i due genitori è meno approfondito, mettendo in difficoltà alcuni spettatori ad empatizzare con essi.

Allo stesso modo, Kubrick si concentra sulla parte horror del racconto ambientata più nel mondo reale, in particolare gli effetti sulla psiche delle persone quando sono in uno stato di isolamento totale.

Ne consegue un’opera visceralmente diversa, ma che mette a segno un altro tipo di successo. King, in questo particolare caso, non si è detto entusiasta di questi cambiamenti, criticando anche l’interpretazione di Jack Nicholson.

Quando lo stile del regista ammazza la storia originale: It Capitolo 2

Parlando invece di cambiamenti dovuti dallo stile del regista/sceneggiatore, l’esempio principe è quello del secondo capitolo della bilogia di It. Se il primo capitolo, pur con le sue differenze, riesce a far presa sul pubblico in un modo simile a quello del libro, il secondo devia completamente dai binari.

Lo stile di Andy Muschietti infatti sembra inadatto ad un vero film horror, inserendo dinamiche molto più da film comici nell’opera. Se nella seconda parte degli adulti il libro andava ad esporre It come una creatura quasi lovecraftiana e divina, il film tratta a malapena questi concetti, preferendo reiterare i concetti già espressi nel primo film, ma dovendo andare ad introdurvi dei retcon per poter giustificare alcune scelte dei personaggi.

Stephen King non si è particolarmente espresso come fece con Shining, ma dal momento che ha addirittura deciso di partecipare come cameo nel secondo capitolo in stile Stan Lee nei film Marvel, si può dedurre che almeno in parte approvi i due film. Alcuni fan particolarmente negativi teorizzano che sia stato solo perché l’operazione ha fruttato un miliardo e mezzo di dollari solo di incassi cinematografici, per non parlare delle vendite del libro aumentate in vista dell’arrivo dei film al cinema. Qualunque sia la verità, sicuramente i suoi fan si sono scagliati molto forte contro la bilogia, giudicandone soprattutto le atmosfere ed alcune messe in scena.

Non tutte le mele sono marce: il Miglio Verde, Sulle Ali della Libertà, Stand by me e altri adattamenti di Stephen King vincenti

Ovviamente non possiamo parlare degli adattamenti delle sue opere senza parlare di quelli davvero positivi. Ci sono svariati esempi da prendere in considerazione, quali il Miglio Verde o Stand by me. Due opere amate sia da critica che pubblico, incluso lo scrittore. In particolare, King elogia il Miglio Verde, definendolo il miglior adattamento dei suoi romanzi.

Desta molta curiosità tuttavia come i migliori film adattati dalle opere di King, tranne Shining e Carrie, non siano film horror o con tinte horror. Stand by me infatti è una storia che parla di quattro giovani che, alla ricerca di un’avventura, affrontano i loro demoni interiori e maturano per diventare uomini.

Il Miglio Verde parla di un uomo buono e gentile che, a causa di razzismo e pregiudizi, viene condannato a morte per un omicidio non commesso. Sono queste le opere di King che trovano maggior forza nelle loro trasposizioni cinematografiche, arrivando a raccogliere candidature agli Oscar in categorie come Miglior Film e Miglior Sceneggiatura non originale.

In conclusione, gli adattamenti di Stephen King sono una delusione?

Le opere di Stephen King sembrerebbero quindi avere un’accoglienza principalmente negativa nell’ambito cinematografico o televisivo. Sono infatti poche le opere che davvero riescono a rispettare sia i canoni sperati da scrittore e lettori, e che allo stesso tempo riescono a funzionare come opera cinematografica. Lo squilibrio è evidente: su un totale di 63 adattamenti di libri e storie dello scrittore, al massimo una decina sono effettivamente di qualità. In questo articolo abbiamo provato ad elencarne le motivazioni, prendendo esempi per i due casi principali: lo stile del film troppo diverso dal libro, e le differenze con le opere originali. Abbiamo comunque voluto anche presentare esempi di adattamenti positivi, per dimostrare che non è il caso di generalizzare eccessivamente. Esistono infatti pellicole adattate dalle storie di King che sono assolutamente degne di essere guardate, e soprattutto apprezzate.

Ma adesso lo chiediamo a voi: qual è la vostra opinione in merito alla questione? Condividete il nostro punto di vista? Fateci sapere la vostra opinione e se articoli del genere possono interessarvi. Vi aspettiamo sulla nostra pagina Instagram. Per non perdervi aggiornamenti, curiosità e approfondimenti sul mondo del cinema, continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Streamma.

Articolo di Lorenzo Giorgi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Condividi con chi vuoi