Coppia di Anziani (@Shutterstock)
Verona, la città dell’amore per eccellenza, è stata teatro di una storia che ha fatto centro nel cuore di tutti. Attilio Piubello, 94 anni, e Amalia Antonini, 93, hanno condiviso una vita lunga e ricca di affetto, fino a spegnersi a poche ore di distanza l’uno dall’altra. Dopo 72 anni di matrimonio, il destino ha voluto che anche il loro ultimo respiro fosse in qualche modo condiviso, suggellando un legame che è andato ben oltre la vita terrena.
Attilio era ricoverato in ospedale da qualche settimana a causa di una broncopolmonite che, purtroppo, non gli ha lasciato scampo. Amalia, invece, si trovava nella loro casa, accudita dalla figlia Milena. La mattina in cui Attilio si è spento, alle 4.50, Amalia lo ha seguito poco dopo. Suo figlio Stefano è convinto che non si tratti di una semplice coincidenza: “Papà è andato da lei, dal suo scricciolo, e l’ha portata con sé”, come riportato da Tgcom24. Questa unione profonda si era manifestata in tanti piccoli gesti quotidiani. Anche quando la salute di Amalia era peggiorata a causa della demenza senile, Attilio non aveva mai smesso di esserle vicino. Ogni mattina le dava un bacio e la sera ripeteva il gesto con la stessa dolcezza. Di notte, spesso, allungava la mano per stringere la sua, come a volerle dire che c’era sempre.
La loro vita insieme è stata costruita su sacrifici e dedizione. Attilio, esperto metalmeccanico, era molto apprezzato nel suo lavoro, mentre Amalia, talentuosa sarta, era il punto di riferimento per chiunque avesse bisogno di un capo sistemato a regola d’arte. La loro complicità andava oltre il quotidiano: amavano la musica e il ballo, e per anni hanno riempito le loro serate con il ritmo del liscio, canticchiando insieme i motivi delle orchestrine. Anche quando la malattia ha portato via ad Amalia parte della lucidità, lei non ha mai smesso di ripiegare un piccolo pezzo di stoffa tra le dita, come se ancora stesse cucendo. Forse era il suo modo di mantenere un filo con il passato.
I funerali si terranno giovedì 13 febbraio nella chiesa di San Massimo, il luogo che ha visto nascere e crescere il loro amore. Per la famiglia, però, più che un addio, sarà una sorta di nuova unione: “nozze in cielo” le ha definite il figlio Stefano, trovando conforto nell’idea che i suoi genitori siano ancora insieme. La loro storia non è solo un racconto di vita e di morte, ma una testimonianza di quanto possa essere forte il legame tra due persone. Un amore così profondo da non conoscere confini, nemmeno quello della morte.
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