di Enrico Tiberio Romano
In Spagna il primo ministro socialista Pedro Sánchez e la coalizione di centrosinistra hanno fatto approvare una nuova legge per i casi di stupro. La nuova normativa nasce sulla scia del caso ”La Manada”, tra i più discussi in terra iberica.
Spagna, la legge ”sì è sì” sul consenso
La nuova norma prevede che venga abolita nel codice penale la differenza tra “abuso sessuale” e “aggressione sessuale” , di fatto aggravando le pene per chi fino ad oggi sarebbe stato considerato reo “solo” di un abuso. Il vecchio ordinamento prevedeva una differenza sostanziale, anche in termini di pena; era regolamentato infatti che l’abuso non fosse accompagnato da violenza o intimidazione, tipiche delle aggressioni.
La Repubblica riporta le parole della ministra dell’Uguaglianza spagnola, Irene Montero :“È una legge decisiva per cambiare la cultura sessuale nel nostro Paese”, continua “Vogliamo lasciarci alle spalle la cultura della violenza sessuale e costruire una vera cultura del consenso”.
D’ora in poi quest’ultimo ”Andrà espresso con atti che, date le circostanze del caso, esprimono chiaramente la volontà dell’interessato”, recita il testo del provvedimento legislativo. ”Sì è sì” era lo slogan associato al provvedimento negli ultimi mesi dagli esponenti del centro-sinistra, dopo che l’argomento è entrato al centro del dibattito pubblico. Un netto passo in avanti quindi, che si spera possa, inasprendo le pene, limitare questo spregevole fenomeno non solo in Spagna, ma a cascata anche in altri paesi europei.
Il precedente
Il caso a cui si è fatto riferimento per mandare in porto questa modifica al codice penale è quello noto come “La Manada”. A Pamplona, nelle prime ore del 7 luglio 2016, durante le festività di San Fermín, un gruppo di cinque uomini ha violentato una ragazza di diciotto anni. La vittima ha denunciato gli aggressori per stupro, ma il tribunale provinciale e il tribunale superiore di Navarra giudicarono il caso come un abuso sessuale, non un’aggressione.
Ovviamente la decisone destò grande clamore mediatico che portò a un riesame del caso da parte della Corte Suprema. Fortunatamente quest’ultima la ritenne un’aggressione. Con l’approvazione della nuova legge, casi simili non accadranno più: chi si comporterà da bestia, pagherà a prescindere da presunte attenuanti.
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